Centrali elettriche, il “maggior impatto” del carbone va dimostrato in concreto
In assenza di dati scientifici aggiornati che provino il peggior impatto ambientale complessivo del carbone rispetto al metano, via libera del Tar Lazio alla riconversione della centrale di Porto Tolle.
Non ritenendo provata la violazione della Lr Veneto n. 36/1997 che autorizza la costruzione dei soli impianti alimentati a metano o a fonti alternative “di pari o minor impatto ambientale”, il Tar lazio (sentenza 32176/2010) ha conseguentemente rigettato il ricorso per “falsa applicazione” della disciplina in deroga sopravvenuta per la riconversione delle centrali elettriche (articolo 5-bis del Dl 5/2009), approvato – a parere dei ricorrenti – al solo fine di superare il sopracitato contrasto.
Neanche la mancata effettuazione dell’inchiesta pubblica in sede di Via è rilevante secondo il Tar, perché il regime di deroga transitorio istituito dal Dl 7/2002 (cd. “sblocca-centrali”) per gli impianti sopra i 300 MW è stato reso successivamente ultrattivo dal Legislatore.
Documenti di riferimento
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Misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale
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Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, nonché disposizioni in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario
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Sentenza Tar Lazio 8 settembre 2010, n. 32176
Compatibilità ambientale della conversione di una centrale elettrica - Dl 7/2002 - Ultrattività - Lr che richiede un pari o minore impatto ambientale - Necessità della verifica in concreto - Sussiste