Corte Costituzionale, senza intesa lo Stato non può bypassare le Regioni

Non supera il vaglio costituzionale, quindi, la norma del Dl "Semplificazioni" 5/2012, convertito in legge 35/2012, che aveva tentato di risolvere l'empasse tra Stato e Regioni che bloccava diversi progetti, tra cui ad esempio, le richieste di concessioni per ricerca e produzione di idrocarburi, che prevedono l'intesa della Regione interessata. La norma dichiarata illegittima prevedeva che nei casi di gravi esigenze di tutela di sicurezza, salute, ambiente beni culturali o per evitare un danno grave all'Erario, il Consiglio dei Ministri poteva comunque emanare l'atto statale anche senza l'intesa regionale, nei sessanta giorni successivi alla scadenza del termine per la sua adozione da parte dell'organo competente.

Per la Corte Costituzionale, se la legge prescrive una intesa "forte" tra Stato e Regioni, il mancato raggiungimento dell'accordo non legittima, di per sé, l'assunzione unilaterale di un provvedimento. Si tratta infatti di "atti a struttura necessariamente bilaterale", non sostituibili da una determinazione del solo Stato. Per la Corte, il Legislatore deve prevedere, invece, procedure di reiterazione delle trattative, con l'impiego di specifici strumenti di mediazione (ad esempio, la designazione di commissioni paritetiche o di soggetti "terzi"), ai quali possono aggiungersi ulteriori garanzie della bilateralità, come, ad esempio, la partecipazione della Regione alle fasi preparatorie del provvedimento statale.