Percolato di discarica, presenza Pfas in rifiuti legittima prescrizioni Aia
Anche se l'aggiornamento dell'Aia è partito per altri motivi, l'Autorità può introdurre d'ufficio prescrizioni ai fini di tutela ambientale (possibile contaminazione da Pfas del percolato di discarica trattato nell'impianto).
Il Tar Lombardia (sentenza 26 marzo 2019, n. 278) ha ritenuto corretto il comportamento della Provincia che aveva imposto una serie di prescrizioni dell'Aia rilasciata a un impianti di trattamento del percolato di discarica per potenziale pericolo per salute e ambiente dato dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). La società lamentava che le prescrizioni erano state introdotte d'ufficio dall'Autorità nell'ambito dell'avvio del procedimento di un mero aggiornamento dell'Aia per modifica non sostanziale. Per il Tar la disciplina in materia (articolo 8 comma 3 Lr Lombardia 24/2006, articolo 208 comma 12, Dlgs 152/2006) legittima l'Autorità — al fine di massima prevenzione dei rischi da inquinamento — a introdurre "d'ufficio" eventuali prescrizioni, nel rispetto del contraddittorio, anche in sede di un'Aia partita per altri motivi.
Peraltro, ha sottolineato il Tar, le prescrizioni nell'autorizzazione non devono essere tali da impedire l'attività dell'impresa e quindi inibire "di fatto" l'operatività dell'Aia: l'imposizione ad effetto immediato delle condizioni descritte per poter accettare i rifiuti trattati nell'impianto – in assenza di gradualità e di un congruo periodo di adeguamento – si rivela in effetti incompatibile con l'esercizio dell'attività presso l'installazione. I Giudici hanno pertanto accolto sul punto le doglianze dell'impresa invitando la Provincia a una nuova Conferenza di servizi per rivedere l'Aia.
Documenti di riferimento
-
Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 - PARTE IV
Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati
-
Lr Lombardia 11 dicembre 2006, n. 24
Prevenzione e riduzione delle emissioni in atmosfera - Impianti termici civili e certificazioni energetiche - Stralcio
-
Le imprese che svolgono attività a potenziale alto impatto sull'ambiente necessitano, per poter operare, di una particolare autorizzazione, denominata autorizzazione integrata ambientale (cd. "Aia"; derivante dalla normativa dell'Ue nota come "Integrated Pollution Prevention and Control - Ippc"). Le regole da osservare in materia sono in parte dettate dal Codice ambientale nazionale (il Dlgs 152/2006) in parte direttamente dall'Unione europea (che stabilisce le migliori tecniche disponibili da applicarsi direttamente ai singoli settori). Nel contributo, la panoramica della normativa di riferimento. Aggiornata alla rettifica della decisione sulle migliori tecniche disponibili (Bat/Mtd) per i grandi impianti di combustione pubblicata nel luglio 2025.
-
Sentenza Tar Lombardia 26 marzo 2019, n. 278
Rifiuti - Impianto per il trattamento di percolato di discarica - Autorizzazione integrata ambientale - Procedimento - Aggiornamento dell'autorizzazione per modifica non sostanziale - Imposizione d'ufficio di prescrizioni a tutela di possibili rischi di inquinamento - Rinvenimento di sostanze perfluoroalchiliche - Articolo 8, Lr Lombardia 24/2006, articolo 29-ter, Dlgs 152/2006, articolo 280, Dlgs 152/2006 - Legittimità - Sussistenza - Natura delle prescrizioni - Ragionevolezza - Necessità - Prescrizioni che impediscono l'operatività dell'impianto e inibiscono di fatto l'autorizzazione - Illegittimità - sussistenza