Milano, 16 marzo 2009 - 00:00

Solare fotovoltaico, i materiali non convenzionali in aiuto del silicio

E’ necessario impiegare anche materiali non convenzionali nella produzione di celle solari fotovoltaiche per sostenere la crescente domanda del settore: è quanto emerge da uno studio realizzato dagli scienziati dell’università di Berkeley, in California.

Lo studio, pubblicato a febbraio sulla rivista Environmental Science & Technology, si basa sull’analisi di due fattori fondamentali: il costo per kilowattora e la quantità di materiale disponibile in natura. Gli scienziati hanno preso in esame 23 diversi materiali semiconduttori e hanno scoperto che 12 di essi sono tanto abbondanti sul nostro pianeta da superare la domanda annua mondiale di energia. Di questi, nove costano significativamente meno rispetto al silicio, il materiale attualmente più usato nella produzione di pannelli solari fotovoltaici.

Oltre al silicio, i materiali solari più utilizzati sono il film sottile di tellururo di cadmio e il CIGS (rame indio gallio selenio). Se questi materiali hanno il merito di aver sostenuto finora la crescita del fotovoltaico, presentano sicuramente alcuni aspetti negativi. Il silicio è costoso da lavorare e da produrre, e inoltre le riserve scarseggiano. Il film sottile costa invece molto meno del silicio ed è più facile da produrre in massa, ma se la produzione dovesse aumentare, come da tutti auspicato, non sarebbe in grado di sostenere la domanda crescente.

Questo non significa che questi materiali non giocheranno un ruolo significativo nel futuro dell’energia solare (bisogna infatti ricordare che è possibile riciclare fino al 90% del materiale utilizzato nella produzione dei pannelli solari), ”ma se il nostro scopo è fornire la maggior parte dell’elettricità attraverso il fotovoltaico” dice Cyrus Wadia, uno dei ricercatori coinvolti nel progetto “dobbiamo prendere in considerazione anche altri materiali, presenti in grandi quantità sul nostro pianeta, e che inoltre sono economici e atossici. In questo modo potremo raggiungere il nostro obiettivo più velocemente”.

Tra i materiali presi in considerazione dagli scienziati a causa del loro basso costo di estrazione c’è la pirite, il solfuro di rame e l’ossido di rame.