Milano, 4 marzo 2009 - 00:00

Ambiente Italia 2009. Le energie rinnovabili non crescono come dovrebbero

E' stato presentato ieri mattina a Roma Ambiente Italia 2009, il rapporto annuale di Legambiente, pubblicato da Edizioni Ambiente, che delinea lo stato di salute dell’ambiente nel nostro Paese.

Va detto subito che l'Italia non brilla in nessuno dei quattro principali indicatori presi in considerazione dall'Istituto di Ricerche Ambiente Italia,, e cioè rifiuti, mobilità, inquinamento e fiscalità.

Non va meglio neanche per le energie rinnovabili. Infatti secondo Duccio Bianchi, dell'Istituto di Ricerche Ambiente Italia, che insieme a Stefano Ciafani, responsabile tecnico di Legambiente, ha curato la redazione del testo, gli investimenti nelle energie pulite sono cresciuti percentualmente negli ultimi anni, ma non quanto avrebbero dovuto.

Lo dimostra il fatto che la quota di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è ormai inchiodata al 7% da molti anni. Basta fare un semplice raffronto per capire cosa sta succedendo nel nostro Paese: se infatti tra il 2000 e il 2007 la produzione di energia da fonti pulite (escluso l'idroelettrico) è cresciuta di 9 mila gigawattora, quella da carbone è cresciuta nello stesso periodo di 18 mila gigawattora, ovvero circa il doppio.

Questo ha sancito un allontanamento dell’Italia dai paesi dell’Unione Europea più attivi in questo settore, come ad esempio la Germania. E' proprio facendo un altro raffronto con i tedeschi che emerge un altro dato che in apparenza potrebbe apparire positivo, mentre in realtà lo è solo in parte.

Si tratta del solare termico che, tra il 2005 e il 2007, ha fatto registrare una crescita (in termini di metri quadrati di collettori installati) del 64%. Bene, anche assumendo che questo tasso di crescita prosegua nel prossimo decennio ci vorranno ben sette anni per raggiungere la media procapite attuale della Germania.

Infine un dato sull'efficienza energetica. I consumi dell'industria manifatturiera (per unità di valore aggiunto a parità di potere d'acquisto e a struttura costante) segnano una crescita tra il 1995 e il 2006, in controtendenza rispetto a tutti gli altri Paesi Europei, e diventano superiori alla media Ue.

Stesso discorso per ciò che riguarda i consumi per unità abitativa: anche in questo caso l'Italia è nettamente al di sopra della media europea e di Paesi più ricchi come la Germania, la Svezia e l'Olanda, dove la dimensione media delle case è presumibilmente più elevata.

Nel complesso, secondo Bianchi, ci sono tutte le possibilità perché anche in Italia abbia luogo quel nuovo corso ecologico di cui tanto ultimamente si parla (vedi Obama), ma per ora nel nostro Paese non è si è manifestata alcuna volontà politica, o della classe dirigente, in questo senso.

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