Alaska, la nuova frontiera dell'energia rinnovabile
L'Alaska, nota soprattutto per la produzione petrolifera, seconda negli Usa solo al Texas, potrebbe diventare presto terreno fertile per le energie rinnovabili.
I motivi? Innanzitutto la produzione di petrolio, che per la gran parte prende la via dell'esportazione, poi il fatto di essere un mercato molto esiguo (solo 670 mila abitanti) e infine di avere un sistema di trasporti interni poco sviluppato: tutti fattori che influenzano negativamente i prezzi del carburante che, soprattutto per le zone più remote, raggiunge costi molto elevati (per il diesel che alimenta i generatori si parla di 5 dollari a gallone).
Ragione per cui l'energia eolica e quella idroelettrica iniziano a esercitare un certo fascino sia tra gli abitanti che negli investitori. E non ci sono solo l'eolico e l'idroelettrico, ma anche l'energia delle onde, delle maree e quella geotermica.
Non si tratta di ambientalismo, ma di meri calcoli economici. Allo stato attuale il prezzo del petrolio è sceso, ma il picco dell'anno scorso è servito come monito per l'Alaska.
In alcune zone rurali del Paese il prezzo dell'elettricità è arrivato addirittura a 75 centesimi al kilowattora, oltre 10 volte sopra la media americana. Cifre del genere, di fronte all'energia a basso costo prodotta con l'eolico, hanno giocato a favore di quest'ultimo, nonostante gli alti costi di installazione e la necessità di ingegneria ad alte latitudini.

Attualmente l'Alaska ottiene il 24% della propria elettricità da fonti rinnovabili (principalmente l'idroelettrico), ma il governatore Sarah Pallin ha annunciato che intende raggiungere l'obiettivo del 50% entro il 2025. L'impegno è di investire 300 milioni di dollari in cinque anni per migliorare le infrastrutture.
I difensori delle energie rinnovabili sostengono che l'Alaska, con le sue coste fortemente battute dal vento, le grandi maree, i fiumi e le risorse del moto ondoso potrebbe diventare leader nazionale del settore.
Uno studio realizzato nel 2008 ha dimostrato che l'eolico è tecnicamente ed economicamente possibile in oltre 100 villaggi dell'Alaska. Northern Power Systems, un'azienda produttrice di mini-turbine dello stato di Washington, ha capitalizzato questo interesse per l'energia del vento, costruendone in otto diversi villaggi dell'Alaska e programmando di farlo in altri 45.
Si potrebbe obiettare che le località remote e la domanda limitata potrebbero essere fattori limitanti di sviluppo, ma in realtà le risorse rinnovabili in Alaska sono molto vaste e diversificate se raffrontate con quelle di altri stati, il che gioca tutto a favore di un eventuale crescita. Secondo Roger Bedard dell'Electric Power Research Institute, lo stato Americano possiede più della metà delle risorse nazionali di energia delle onde e circa il 90% di quella che si potrebbe ottenere dalla corrente fiumi e dalle maree.
Altri motivi per scegliere le rinnovabili in Alaska? Per quel che riguarda l'eolico un motivo l'ha trovato Francis Sipary, assistant manager del Nunakauiak Yupik Corporation, un centro di caccia e pesca di Toksook Bay, in Alaska. Il commerciante, intervistato dal New York Times, ha detto che le turbine si possono vedere sin da 20 miglia a largo, così ora, la gente di Toksook Bay le può usare per ritrovare la strada di casa.