Italia e Inghilterra si confrontano sull’efficienza energetica degli edifici
Il 19 marzo scorso l'Ambasciata Britannica di Roma ha organizzato, in collaborazione con Enea, una tavola rotonda per uno scambio di informazioni sulle strategie di promozione dell'efficienza energetica nel settore edilizio.
Altri obiettivi sono: entro il 2015, l’isolamento efficiente delle coperture e opere murarie di tutti gli edifici esistenti; entro il 2019 l’allargamento anche al settore non residenziale dei vincoli “zero carbon” per i nuovi edifici, ed entro il 2050 la ristrutturazione di tutti gli edifici residenziali secondo criteri di contenimento dei consumi energetici e uso efficiente dell'energia.
Tra le misure intraprese per il raggiungimento dell'obiettivo “zero carbon” vi sono anche l'introduzione di esenzioni sulla “Stamp Duty Land Tax”, la tassa sull'acquisto della casa, e l'obbligo di allegare la certificazione energetica agli atti di compravendita immobiliare.
Tutt’altra strada, invece, quella imboccata dal nostro Paese. Per l'edilizia privata il sistema delle detrazioni fiscali 55% punta a incentivare le ristrutturazioni finalizzate alla riqualificazione energetica. Per l'edilizia pubblica è stato varato un piano nazionale di riqualificazione energetica del patrimonio esistente. Per i nuovi edifici la normativa stabilisce, invece, valori limite di fabbisogno di energia primaria, mentre l'obbligo di utilizzare fonti rinnovabili per coprire parte del fabbisogno energetico è stato rimandato di un anno, dal 1 gennaio 2009 al 1 gennaio 2010.
Purtroppo le indicazioni normative che avrebbero dovuto rendere la certificazione energetica obbligatoria per ogni operazione immobiliare sono state eliminate, perché ritenute un freno per il rilancio economico italiano. Solo la regione Lombardia ha reintrodotto il vincolo della presentazione della certificazione energetica nelle operazioni di compravendita immobiliare.