Milano, 9 giugno 2009 - 00:00

Francia, un "piano casa" che mira alla riduzione dei consumi energetici

Nato come strumento di politica di sviluppo sostenibile, il piano per la riduzione dei consumi energetici negli edifici è un tassello significativo del pacchetto di misure anticrisi varate dal governo francese lo scorso febbraio.

Nell'attesa del piano casa italiano, ne descriviamo i principali ingredienti proprio mentre entra nella fase operativa.

Già prima della crisi lo speciale tavolo di concertazione delle parti sociali, noto come "Grenelle de l'Environnement" e convocato nel maggio 2007 dall'allora Ministro dell'Ecologia Alain Jupé, stimava che la riduzione dei consumi energetici offriva opportunità a tutto tondo. Fin dall'avvio della crisi recessiva i numeri confermano le proiezioni: alla fine del 2007, il settore della ristrutturazione edilizia si muove in controtendenza. Conta poco meno di 100.000 addetti, in aumento del 3% sul 2006, e un fatturato di 9,1 miliardi di euro, in aumento del 9,1%.

 
Inizialmente concepito per abbattere le emissioni di CO2, il pacchetto di misure per rilanciare l'economia e creare occupazione interviene in un settore economico che è all'origine del 42,5% dei consumi energetici finali e del 23% delle emissioni. Le proiezioni valutano che il fatturato del settore sarà moltiplicato per due entro il 2012, generando dai 18 ai 22 miliardi di euro, per raggiungere i 205 miliardi di euro entro il 2020, così permettendo la creazione di 235.000 nuovi posti di lavoro.

 
Ma non solo, il governo di centro-destra considera che il pacchetto aumenterà il potere d'acquisto delle famiglie contribuendo a ridurre le disparità sociali. Infatti, gli interventi permetteranno di ridurre la bolletta energetica delle famiglie, e in particolar modo di quelle più disagiate, e quindi libereranno potere d'acquisto in un contesto in cui i costi energetici sono tendenzialmente crescenti.
 
Le misure promosse dal piano casa francese

Le misure del piano casa francese, di cui è appena iniziata la messa in opera, e le azioni di sostegno attualmente in cantiere consistono in:

Eco-prestito a tasso zero

 
La principale misura promossa dal piano per l'edilizia Grenelle Environnment consiste in un "eco-prestito a tasso zero" dedicato alla ristrutturazione termica e energetica degli edifici che, una volta raggiunto il suo ritmo di crociera nel 2013, dovrebbe consentire 400.000 ristrutturazioni all'anno. La distribuzione del prestito è iniziata a metà aprile e a inizio giugno erano già attivate 5000 sottoscrizioni. L'eco-prestito a tasso zero può essere richiesto per progetti che riguardano la prima casa, compresi i condomini e gli alloggi in affitto, ed è cumulabile con altri incentivi, in particolare con il credito d'imposta développement durable (unicamente per gli anni 2009 e 2010), con gli aiuti dell'Agence nationale de l'habitat e, infine, con gli eventuali incentivi locali quali la sospensione del corrispondente francese dell'ICI, i certificati di risparmio energetico ed i nuovi prestiti a tasso zero per le operazioni di acquisizione-rinnovo; ha una durata di 10 anni, estendibile a 15 dalla banca e permette di finanziare interventi per il miglioramento dell'efficienza energetica delle abitazioni private fino a 30.000 euro. Entro il 2020 la misura dovrebbe consentire di investire 120 miliardi di euro e di creare 135.000 posti di lavoro.

Credito d'imposta "développement durable"

Introdotto fin dal 2005, il credito d'imposta per l'efficienza energetica nelle abitazioni è stato via via rinforzato in modo da estendere la gamma degli interventi possibili. Nella maggior parte dei casi è applicato un tasso del 25%, portato al 40% in alcuni casi particolari, e al 50% per le pompe di calore (ad esclusione delle pompe di calore aria-aria che non sono incentivate). Il credito d'imposta è cumulabile con altre misure specifiche in modo da favorire il primo accesso alla proprietà delle famiglie e delle giovani coppie.

Fondo per il finanziamento della riqualificazione energetica delle case popolari

Un fondo dotato di 1,2 miliardi di euro, eroga gli eco-prestiti "éco-prêt logement social" con un tasso agevolato fisso dell'1,9% per una durata di 15 anni. Il fondo sarà distribuito nel periodo 2009-2010 e finanzierà la riabilitazione energetica di 100.000 alloggi. Questo strumento finanziario è cumulabile con altri finanziamenti messi a disposizione degli enti che gestiscono le case popolari. Si prevede inoltre il recupero, entro il 2020, delle 800.000 "case popolari" che consumano più energia per un valore di 12 miliardi di euro e un indotto occupazionale pari a 14.000 posti di lavoro.

 
Consolidamento dell'agenzia nazionale per l'habitat

L'agenzia, che finanzia a fondo perduto gli interventi per le abitazioni più disagiate, dispone di una dotazione complementare di 200 milioni di euro per intervenire attraverso il fondo per la lotta contro l'habitat "indegno" e le spese energetiche (nel 2008 l'agenzia disponeva di un budget di 517 milioni di euro).

 
Fondo per l'edilizia pubblica nel quadro del programma di miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici pubblici

E' stato attivato un finanziamento di 200 milioni di euro per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici. Entro 2010 l'insieme del parco edilizio pubblico sarà sottoposto a un audit energetico ed entro il 2020 saranno investiti 60 miliardi per la ristrutturazione del lo stesso contribuendo così alla creazione di 70.000 nuovi posti di lavoro.

A queste misure si aggiungono: il varo di un tavolo di concertazione tra proprietari ed affittuari per determinare i criteri di ripartizione delle economie di energia; un progetto di legge per adattare i regolamenti condominiali e facilitare le ristrutturazioni energetiche (che verranno classificate come interventi d'interesse comune sia per le superfici condominiali che per quelle private e quindi necessiteranno della maggioranza semplice) che dovranno essere affidate tramite bando di appalto alle ESCo; infine, una conferenza delle parti sociali dovrà identificare, verosimilmente entro luglio 2009, le misure di formazione professionale necessarie alla messa in opera del piano casa.

 
A completamento delle misure adottate dal governo francese, la responsabilità per la messa in opera e monitoraggio degli stati di avanzamento del piano casa è stata affidata a una personalità di grande rilievo posta sotto all'autorità diretta del Ministro di Stato (no. 2 dopo il primo ministro), dell'ecologia, dell'energia, dello sviluppo sostenibile e della gestione del territorio.

 

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