L'energia a basso costo ha i giorni contati
Un rapporto del Mckinsey Global Institute raccomanda di approfittare subito dei prezzi dell'energia. Appena vi sarà un segno di ripresa economica, infatti, i prezzi esploderanno. Il segnale è confermato anche dall'Agenzia Internazionale per l'Energia.
In un dossier rilasciato alla fine del mese scorso (Why energy prices will rebound, maggio 2009), l'Istituto di ricerca di una delle più note società di consulenza del mondo descrive come e perchè la domanda di energia potrebbe presto raggiungere nuovi picchi. Quando questo accadrà dipende naturalmente da quanto durerà e da quanto sarà profonda la crisi. Verosimilmente il nuovo boom dei prezzi dell'energia sarà raggiunto tra il 2010 e il 2013.
Il ragionamento si basa su un'analisi delle reazioni del mercato in tempi di crisi. Tipicamente, nella fase iniziale di una crisi, la domanda di energia subisce una contrazione esagerata in settori quali i trasporti marittimi, i trasporti su gomma e i trasporti aerei. Dal punto di vista dell'offerta, i progetti di investimento particolarmente onerosi sono rimandati, se non abbandonati, a causa della contrazione del mercato e della minore disponibilità di credito. I progetti in corso saranno completati tra il 2009 e il 2010, ma in fase di ripresa non basteranno per rispondere alla domanda di energia, essenzialmente perchè i progetti il cui inizio era previsto per il 2011, nel frattempo, saranno stati accantonati, almeno temporaneamente.
La tensione sui prezzi del mercato petrolifero potrebbe quindi riproporsi molto rapidamente per raggiungere i livelli del 2007. Se si considera uno scenario di crisi moderata (crescita globale negativa al 4,7%), come quello prospettato dal Fondo Monetario Internazionale, la ripresa dovrebbe iniziare nel 2010. Se invece si considera uno scenario di crisi "molto severa" (con una caduta del tasso di crescita del 10,8%) allora la ripresa e il conseguente ritorno di forti tensioni sui prezzi del petrolio, comparabili a quelli del 2007, verrebbero dilazionati fino al 2013.
Questi scenari hanno riscosso, però, le critiche di alcuni osservatori, i quali dubitano che, con la ripresa economica, vi possa essere una nuova impennata dei prezzi. A seguito della crisi petrolifera degli anni degli '70, argomentano gli analisti, la domanda di petrolio aumentò, infatti, molto lentamente per circa un ventennio. Un fatto incontestabile anche se va detto che durante quel periodo si assistette a una forte diversificazione delle fonti energetiche. A favore di queste argomentazioni va invece detto che esistono ancora serie opportunità di sostituzione del petrolio: 8 milioni di barili al giorno in provenienza dalle misure di efficienza energetica e altrettanti dalla sostituzione con il gas. Perciò, secondo gli autori del rapporto, è vitale che queste opportunità siano colte al più presto, tanto più che, nel prossimo decennio, le economie della Cina, dell'India e del Medio Oriente continueranno ad accrescere le loro quote di consumo, mentre si stabilizzeranno i consumi degli Stati Uniti. Nello stesso periodo, i consumi energetici europei dovrebbero accrescersi di un modesto 1% annuale imputabile essenzialmente allo sviluppo dei paesi del versante orientale.
Il rapporto conclude che il prossimo shock energetico potrà essere rinviato solo se i governi metteranno in opera misure molto rigorose per aumentare la produttività energetica — la quantità di ricchezza prodotta per unità di energia consumata. Solo in questo modo si potrà ottenere un abbattimento dei consumi che si situa tra il 16% e il 20% dei consumi previsti da qui al 2020. Perciò la provvisoria riduzione dei prezzi dell'energia è una "benedizione" temporanea di cui governi, imprese e, aggiungiamo, privati cittadini dovrebbero approfittare per investire in efficienza energetica.
Mentre il rapporto del Mckinsey Global Institute trascura completamente il ruolo delle energie rinnovabili — non senza destare qualche inquietudine — diverso è l'approccio dell'Agenzia internazionale per l'energia (AIE), l'agenzia che cura le analisi e il coordinamento delle politiche energetiche dei paesi dell'area OCSE. Nel suo World Energy Outlook (non ancora disponibile on-line), le cui proiezioni sostanzialemnte ricalcano quelle del Mckinsey Global Institute, l'agenzia suona il campanello d'allarme avvertendo i primi segnali di un calo degli investimenti nelle energie rinnovabili.
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Il rapporto del Mckinsey Global Institute (in inglese)
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dall'archivio News di Nextville