Milano, 24 giugno 2009 - 00:00

Certificazione energetica, la UE non apprezza i ritardi italiani

Dal 1 luglio 2009 doveva scattare l’obbligo di allegare l’Attestato di certificazione energetica per tutte le compravendite immobiliari. Ma la legge 133/2008 ha abrogato questo “dettaglio burocratico”.

E puntuale è arrivata, a fine maggio, una lettera di messa in mora e richiesta di chiarimenti da parte dell’Ue. La cosa “da chiarire” è la congruenza di questa norma con l’articolo 7 della direttiva 2002/91/Ce sul rendimento energetico in edilizia.

L'art.7 della direttiva recita: "Gli Stati membri provvedono a che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l'attestato di certificazione energetica sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo metta a disposizione del futuro acquirente o locatario, a seconda dei casi".

L’Italia ha tempo fino a fine luglio per fornire una risposta o chiedere un’ulteriore proroga per rispondere alla Commissione. La seconda opzione sembra molto probabile, giacché da gennaio siamo già in procedura d’infrazione per il mancato rispetto della direttiva 2002/91/CE. La scadenza per adeguarsi era fissata al 4 gennaio 2006, con possibilità di richiedere un ulteriore periodo di tre anni ... per mancata disponibilità di esperti qualificati.

Articolo 15 – Recepimento

1. Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 4 gennaio 2006. Essi ne informano immediatamente la Commissione (...)

2. In caso di mancata disponibilità di esperti qualificati e/o riconosciuti, gli Stati membri dispongono di un ulteriore periodo di tre anni per applicare integralmente gli articoli 7, 8 e 9. Se si avvalgono di tale possibilità, essi ne danno comunicazione alla Commissione, fornendo le appropriate motivazioni, insieme ad un calendario per l'ulteriore attuazione della presente direttiva.

Insomma, apparentemente non abbiamo gli esperti (e invece ne esistono a migliaia), non abbiamo le linee guida (esistono ma non le pubblicano). In questo quadro, perché costringere gli italiani che vendono case a dotarsi di documentazione energetica?  Il ragionamento non fa una piega.

Naturalmente il miracolo del riallineamento alle politiche europee è fattibilissimo: basta pubblicare, prima della fine di luglio, il decreto con le linee guida, il decreto attuativo sui certificatori e una abrogazione dell’abrogazione dell’obbligo di certificato. Fatto! potrebbero dire all’unisono governo e parlamento ai noiosi burocrati europei.  

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