Biomasse e biocarburanti. Quando le rinnovabili non fanno solo bene
E la prima volta che gli esperti si confrontano per valutare l'impatto di alcune energie rinnovabili (principalmente biomasse e biocarburanti) e del risparmio energetico su clima e inquinamento dell'aria.
Dal 17 al 19 giugno scorso, 130 esperti della Commissione Europea, dell'Agenzia per l'Ambiente degli Stati Uniti e dell'Agenzia francese per la prevenzione dei rischi (INERIS) hanno presentato i risultati dei loro studi sugli impatti delle energie rinnovabili e delle misure di risparmio energetico sul clima e sulla qualità dell'aria. Il loro obiettivo era quello di giungere alla definizione di politiche "integrate", ossia di riduzione degli impatti su entrambi i comparti, poichè, in genere, le misure adottate trattano le due questioni separatamente.
L'uso dei biocarburanti, ad esempio, certamente contribuisce alla riduzione delle emissioni di CO2, ma provoca un aumento dei principali inquinanti atmosferici tra cui le cosidette PM10, le particelle in sospensione il cui diametro è uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro, gli ossidi di azoto (NOx) e l'ammoniaca. Similmente l'uso delle biomasse per il riscaldamento domestico è, a giudizio degli esperti, nella maggior parte dei casi una fonte significativa di inquinamento dell'aria.
Al contrario, le misure per la riduzione delle emissioni industriali di NOx, che richiedono uno speciale trattamento rinforzato dei fumi di scarico, implicano un maggiore consumo di energia e quindi una maggiore produzione di CO2. Un altro effetto indesiderato è quello rintracciabile nei nuovi e più efficienti reattori per il trasporto aereo che pur diminuendo i consumi energetici provocano un aumento dei NOx. Lo stesso avviene nel settore marittimo dove l'abbattimento delle emisioni di SO2 dovuto all'uso di carburanti meno inquinanti ha generato un aumento delle emisioni di CO2 nelle raffinerie.
Gli stessi esperti hanno tuttavia confermato che le misure di risparmio energetico hanno nella stragrande maggioranza dei casi un effetto benefico sia sul clima che sulla qualità dell'aria, come nei casi di riduzione dell'uso dei fertilizzanti azotati nell'agricoltura e di riduzione della velocità delle automobili. Preoccupante per i suoi effetti perversi sarebbe invece la maggiore efficienza dei motori delle automobili che è riassorbita dalla maggiore dimensione media dei veicoli in circolazione e dall'incremento delle distanze medie di percorrenza.
Per quanto riguarda gli inquinanti atmosferici, gli esperti notano che alcuni di questi hanno un effetto di raffreddamento del clima, ma sottolineano come il carbonio elementare — generato anche dai processi di combustione da biomasse — costituisca una minaccia per la salute pubblica e un contributo al cambiamento climatico. Perciò dovrebbe diventare l'obiettivo prioritario delle misure promosse dall'autorità pubblica.
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