Milano, 21 settembre 2009 - 00:00

Industria eolica, la grande migrazione verso l’India

Secondo un rapporto pubblicato recentemente dal Global Wind Energy Council (GWEC) produrre turbine eoliche in India conviene.

Negli ultimi anni sono state molte, infatti, le grandi compagnie operanti in questo settore che hanno deciso di spostare buona parte del comparto produttivo nel grande paese orientale, dove i bassi costi e la manodopera estremamente economica rappresentano una forte attrattiva. Tra queste ci sono sicuramente i principali operatori del settore a livello mondiale: Suzlon, Vestas Wind Tech, RRB Energy, Enercon, Vestas, GE, Gamesa, Siemens, ReGen Power Tech, LMGlasfiber, WinWinD, Kenersys e Global Wind Power.

In base al rapporto pubblicato da GWEC in collaborazione con l'Indian Wind Turbine Manufacturers Association (IWTMA) i prezzi per la fabbricazione delle turbine in India sono decisamente più bassi rispetto alla media internazionale. Questo è anche il risultato, si legge nel rapporto, del forte impegno del governo indiano e dell'industria locale nel creare un mercato interno stabile che ha incoraggiato gli investimenti sia pubblici che privati.

Le compagnie che producono turbine eoliche in India operano secondo diverse modalità: attraverso joint venture, come sussidiarie di compagnie straniere oppure come semplici compagnie indiane con una propria tecnologia di produzione.

Attualmente i costi di produzione dell'eolico in India (dati 2008) si aggirano sui 53,5 milioni di rupie per MW (circa 750 mila euro), ma scenderanno, secondo le previsioni di GWEC, intorno ai 50 milioni di rupie (700 mila euro) nel 2010 per poi stabilizzarsi su questi livelli.

Attualmente molte compagnie producono più dell'80% della componentistica in India dove la produzione annuale si aggira sui 3000-3500 MW, una cifra che comprende anche le turbine per uso domestico destinate all'esportazione. Secondo il rapporto, però, entro il 2015 la produzione annuale raggiungerà i 5000 MW.

Nel complesso a livello mondiale i costi di produzione, già alla fine del 2008, sono scesi del 18% a causa di fattori internazionali quali la caduta dei prezzi delle materie prime dovuta alla crisi finanziaria e i vantaggi ormai consolidati legati alle economie di scala e alla produzione di massa. Fattori, questi ultimi, si legge nel rapporto, che nei prossimi anni porteranno a un ulteriore abbassamento dei costi.