Dal prossimo anno l’industria del fotovoltaico svilupperà un meccanismo di ritiro e di riciclaggio dei moduli fotovoltaici arrivati a fine vita.

L’iniziativa è stata presa la scorsa settimana da
PV Cycle, nel corso della 24ª edizione della Conferenza sul Solare fotovoltaico di Amburgo. PV Cycle è un’associazione fondata nel 2007, i cui membri – attualmente 49 — sono grandi produttori e distributori di pannelli fotovoltaici, che rappresentano circa l’
85% del mercato europeo.
Sia la raccolta sia il riciclo dei moduli saranno affidati a ditte specializzate, attraverso dei bandi di gara appositamente predisposti da PV Cycle. L’associazione punta molto sulle attività di formazione per i diversi soggetti coinvolti nella filiera del fotovoltaico, dai produttori fino agli installatori. Un’etichetta applicata sul pannello solare consentirà al proprietario dell’impianto di reperire con facilità tutte le informazioni necessarie per smaltire i moduli.
Da notare che si tratta di un’iniziativa volontaria, con i costi che ricadranno interamente sui produttori. A dire il vero, fino ad oggi il settore del fotovoltaico aveva mostrato poco interesse per il destino dei moduli al termine della loro vita utile. Tale atteggiamento era favorito anche dalla giovane età della tecnologia fotovoltaica e dalla lunga durata dei moduli, stimabile mediamente in almeno 25-30 anni.
Ora però la
crescita esponenziale delle installazioni costringe i produttori a confrontarsi con i
rischi che possono derivare da uno smaltimento non corretto dei moduli giunti a fine vita. Questa nuova consapevolezza viene espressa bene dalle parole di Karsten Ambach, presidente di PV Cycle: “L’industria fotovoltaica si impegna ad essere
'doppiamente verde', non solo fornendo energia pulita e rinnovabile per affrontare i cambiamenti climatici, ma anche garantendo che le odierne soluzioni ai cambiamenti climatici non costituiranno un problema di gestione dei rifiuti per le generazioni future".
© Copyright riservato - riproduzione vietata - ReteAmbiente Srl, Milano - La pirateria editoriale è reato ai sensi della legge 633/1941