Milano, 15 ottobre 2009 - 00:00

Minieolico italiano, eppur si muove

Finalmente anche in Italia il settore del minieolico inizia a mostrare segni di vivacità, grazie a inedite partnership commerciali e a iniziative industriali di ampio respiro.

E’ innegabile che i numeri siano molto bassi e che si tratti di un mercato ancora di nicchia. Ma le cose stanno velocemente cambiando, specialmente a seguito dell’introduzione della Tariffa onnicomprensiva che premia con 0,30 €/kWh l’elettricità prodotta da impianti eolici di taglia fino a 200 kW.
 
Nota bene. Per semplicità, in questo articolo consideriamo come “minieolico” tutte le piccole turbine di potenza non superiore a 200 kW. In realtà si dovrebbe distinguerlo dal “microelico”, che identifica le turbine di piccolissima taglia destinate prevalentemente all’autoconsumo, con potenze fino a 10-20 kW (vedi Riferimenti in fondo alla news). 
 
La prima buona notizia riguarda l’accordo stipulato tra Blu Mini Power e Jonica Impianti, che rappresentano le due realtà di punta del minieolico italiano. L’obiettivo delle due aziende, come dichiarato nel comunicato stampa, è quello di “accompagnare alla maturità il settore del minieolico italiano, che dalla iniziale fase pionieristica aspira oggi a diventare una realtà industriale consolidata”. Il primo passo dell’accordo prevede l’impegno di Blu Mini Power a commercializzare, attraverso i propri canali distributivi, la turbina JIMP25 progettata e realizzata da Jonica Impianti. JIMP25 è una turbina eolica tripala da 25 kW di potenza, dotata di generatore sincrono, multipolare a magneti permanenti, con flusso assiale ed attacco diretto al mozzo. Il rotore ha un diametro di 10 metri e l’altezza al mozzo può andare dai 18 ai 24 metri.

Inoltre in questi giorni ha visto la luce un altro nuovo importante accordo industriale. L’azienda italiana Itigroup in partnership con la francese Nheolis, ha creato la società Itieolis, interamente dedicata allo sviluppo e alla produzione di miniturbine eoliche per il mercato italiano e straniero. Da sottolineare che sia la sede sia lo stabilimento produttivo sono localizzati in Italia, a Villaverla (VI), ed è prevista l’assunzione entro il 2012 di 50 nuovi dipendenti.

 
Tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 Itieolis metterà in commercio due modelli di turbine per l’autoconsumo domestico, da 1,5 kW e da 3,5 kW di potenza. L’azienda stima di raggiungere a breve una capacità produttiva di circa 6mila turbine l’anno. Le miniturbine Itieolis, che si basano sui brevetti sviluppati dalla Nheolis, sono dotate di particolari pale di forma conica, ancorate su una staffa orizzontale. Secondo l’azienda produttrice, queste innovazioni offrono diversi vantaggi in termini sia di efficienza sia di silenziosità. 
 
Merita infine una segnalazione il progetto Wi.Co (Wind of the Coast), promosso dalla Provincia di Ravenna e finanziato con 224 mila euro attraverso il Programma europeo interregionale Power. Wi.Co prevede che 7 regioni costiere europee, tra cui l'Emilia Romagna, sviluppino metodologie comuni per verificare le potenzialità di applicazioni minieoliche diffuse lungo le coste. L’assessore provinciale all’ambiente, Andrea Mengozzi, spiega che "il progetto ha già suscitato l’interesse di altri Paesi e dell’Enel, che si è proposta come sponsor di alcune delle attività di misurazione e raccolta dati che si stanno individuando come necessarie al fine di comprendere quali tecnologie siano più interessanti per dare sviluppo all’eolico, una fonte rinnovabile largamente usata nel resto del mondo e che potrebbe trovare applicazione proprio sulla linea di costa, con piccoli impianti non impattanti in alcun modo”. Si attendono ricadute positive anche a livello locale, dal momento che lo stesso Mengozzi sottolinea come “a quadro definito, saranno coinvolte nel progetto le categorie del settore turistico e quelle artigiane, oltre ai player locali attivi nel settore delle fonti rinnovabili.”  

In definitiva, sembra che il mercato italiano del minieolico, dopo anni di grande incertezza, sia pronto a giocare il proprio ruolo nelle sfide energetiche che ci attendono. Certo, siamo ancora ben lontani da Paesi come l’Inghilterra, che vede oltre una dozzina di aziende produttrici e dove le microturbine domestiche da 1 kW si possono  acquistare anche nei negozi di ferramenta. In Italia inoltre restano da risolvere i numerosi ostacoli autorizzativi, a causa soprattutto della frammentazione normativa che prevede regole diverse tra regione e regione. Ma forse i piccoli grandi passi compiuti in questi giorni suggeriscono che il futuro del minieolico italiano potrebbe essere molto meno "mini" di quanto si è finora immaginato.

Pagine correlate