Milano, 5 novembre 2009 - 00:00

WaveRoller, la tecnologia finlandese che cattura l’energia del mare

Piastre oscillanti in fibra di vetro e acciaio, installate sotto la superficie del mare e spinte avanti e indietro dal rollio delle correnti d’acqua.

Ecco come si presenta il WaveRoller, il dispositivo sviluppato nel corso degli ultimi 15 anni dalla società finlandese AW-Energy e ora finalmente pronto per dimostrare tutte le sue potenzialità. WaveRoller infatti ha beneficiato del primo finanziamento -pari a circa 3 milioni di euro— assegnato per il settore “Energia dal mare: dimostrazione di impianti innovativi a piena taglia” nell’ambito del 7° Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico dell’Unione Europea.

L’impianto proposto da AW-Energy sarà installato nel mare antistante la città portoghese di Peniche, conosciuta anche come “la capitale delle onde”. L’impianto sarà connesso alla rete elettrica e verrà attentamente monitorato per i primi 12 mesi, al fine di valutarne tutti i parametri tecnico-economici.

Ma veniamo alle caratteristiche che differenziano il WaveRoller da tutte le altre tecnologie maremotrici esistenti. Ciascuna piastra, simile ad una grande “porta” disposta in orizzontale, pesa circa 20 tonnellate e ha una potenza nominale di 300 kW. I basamenti di appoggio al fondo marino sviluppati da AW-Energy, raggruppano ciascuno 3 piastre WaveRoller, per un totale di potenza elettrica di poco inferiore a 1 MW. L’oscillazione delle piastre agisce su dei pistoni che alimentano un motore idraulico, collegato a sua volta ad una generatore elettrico che produce elettricità, trasportata sulla terraferma mediante cavi sotterranei.

La profondità ideale per l’installazione va dai 10 ai 25 metri, quindi non troppo distante dalla linea di costa. Questo perché il WaveRoller sfrutta il moto circolare delle particelle d’acqua sul fondo, che si innesca quando l’onda sta per raggiungere la costa e che dipende strettamente dal rapporto tra la lunghezza dell’onda di superficie e la profondità del fondale.    

Oltre ad essere invisibile, il WaveRoller ha un funzionamento silenzioso e non è trattato con materiali tossici che possono risultare dannosi per l’ambiente marino. I test finora effettuati sui prototipi, fanno pensare che il WaveRoller potrebbe scavalcare le altre tecnologie maremotrici, in termini sia di prestazioni che di economicità dell’energia prodotta. In prospettiva si pensa già ad impianti maremotrici combinati, sullo stesso tratto di mare, con torri eoliche offshore. In questo modo, risulterebbe possibile ridurre i costi delle infrastrutture -cavi sottomarini, cabine di trasformazione, ecc.– aumentando contestualmente la producibilità elettrica.

Insomma, il dispositivo WaveRoller sembra essere un’idea tutt’altro che effimera. Tanto che il consorzio guidato da AW-Energy, aggiudicatario del finanziamento europeo, comprende diverse importanti realtà industriali europee tra cui Bosch Rexroth, ABB, Eneolica e beneficia del supporto tecnico del centro di ricerca portoghese Wave Energy Center.

John Liljelund, direttore generale di AW-Energy, non nasconde la propria soddisfazione: "L'esperienza del nostro consorzio dream team è un asset importante per il progetto, e noi siamo entusiasti di questo progetto di cooperazione realmente paneuropeo. AW-Energy ha lavorato sodo negli ultimi tre anni con due prototipi installati in mare, prove in vasca e simulazioni CFD (Computational Fluid Dynamics). Ora abbiamo il sito, il permesso di connessione alla rete, la  licenza di installazione e la tecnologia pronta per la fase di dimostrazione.”

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