Milano, 18 novembre 2009 - 00:00

Piano casa: il Governo è in ritardo ma impugna le norme regionali

Sebbene sia in ritardo di molti mesi nell’emanazione del decreto legge “quadro” promesso in sede di Conferenza Stato-Regioni del 1° aprile 2009, il Governo impugna alcune leggi regionali sul cosiddetto “piano casa”.

Intanto gli Enti territoriali continuano a legiferare: mancano solo 4 Regioni all’appello (Campania, Sicilia, Molise e Calabria), considerando che la Provincia di Trento non ha intenzione di emanare una normativa in materia. Sotto la lente del Governo, seppure con obiezioni di portata limitata, sono finite le leggi della Basilicata, del Lazio e della Puglia.

La legge lucana del 7 luglio 2009, n. 25 è stata impugnata perché prevede l’obbligo, in fase di ultimazione dei lavori edilizi, oltre che di allegare l’attestato di qualificazione energetica, di istituire e redigere il fascicolo di fabbricato.
 
Secondo il Governo, in primo luogo la norma aggrava gli obblighi delle imprese, andando in senso contrario allo spirito della disciplina del piano casa ispirato alla semplificazione delle procedure, e violando anche i principi di efficienza e buon andamento della Pubblica Amministrazione.
 
In secondo luogo, la norma regionale si presenta incostituzionale in quanto impone prestazioni ("prestazioni imposte") per le quali, ai sensi dell'articolo 23 della Costituzione, vige una specifica riserva di legge che spetta allo Stato e non alle Regioni, perché si vanno a toccare il diritto di proprietà e la libertà di iniziativa economica privata.

In terzo luogo il Governo rileva che l’obbligo del fascicolo di fabbricato rientrerebbe nella competenza legislativa statale in materia di governo del territorio, ai sensi dell'articolo 117, comma 3, della Costituzione. Si tratta dunque di un principio fondamentale della materia che, per uniformità di trattamento sull'intero territorio nazionale, non può essere rimessa alle singole e differenti discipline regionali. E neppure vi è, nella normativa statale, alcun obbligo similare cui le Regioni possano far riferimento per le proprie leggi in materia.

 
Per analoghi motivi il Governo ha impugnato la legge sul piano casa della Regione Lazio (Lr 11 agosto 2009, n. 21) che subordina all’esecuzione dei lavori di ampliamento, nonché di demolizione e ricostruzione, l’obbligo per le imprese di redigere il fascicolo di fabbricato. La Regione Lazio, in attesa del pronunciamento della Corte, pensa di eliminare o sospendere il punto in questione tramite una modifica legislativa (da farsi probabilmente entro il 4 dicembre, visto che le domande partiranno dal 5 dicembre 2009).

Diversi invece i motivi che il Governo contesta alla Puglia. La norma regionale (legge regionale 30 luglio 2009, n. 14), prevede, nell'ambito degli interventi edilizi straordinari concessi dal Piano casa, il reperimento di spazi per parcheggi pertinenziali e stabilisce che il rapporto di pertinenza sia garantito da un atto da trascriversi nei registri immobiliari, introducendo un'ipotesi non prevista dalla legislazione statale, alla cui competenza è riservata la disciplina della pubblicità immobiliare (cioè appunto la trascrizione nei registri pubblici).

Ma c’è di più: la trascrizione “pagherebbe” anche una imposta ipotecaria e catastale; il legislatore regionale introdurrebbe, quindi, una nuova ipotesi di assoggettamento ad una imposta che però lo Stato non ha previsto, violando così la competenza statale in materia.

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