Milano, 23 novembre 2009 - 00:00

Piano casa Sardegna: ampie premialità al risparmio energetico e non solo

Le norme agevolative previste dal Piano casa sardo sono molto generose e diventano ricchi doni in caso di miglioramenti dell’efficienza energetica.

Cominciamo dagli immobili residenziali: la caratteristica, diciamo così, più innovativa rispetto agli accordi di partenza pattuiti nella Conferenza Stato-Regioni (villette uni-bi familiari, ampliamento base 20%) è l’allargamento dell’agevolazione anche alle “tipologie edilizie pluripiano” e alle villette a schiera. Possono beneficiarne tutti gli immobili residenziali situati ad almeno 2 km dalla battigia. Bonus base: ampliamento 20%, che diventa 30% nei seguenti due casi:

• se si progettano interventi di riqualificazione dell’intera unità immobiliare tale da determinare una riduzione di almeno il 15% del fabbisogno di energia primaria,

• oppure si dimostra dopo gli interventi che l’unità immobiliare rientra nei parametri di cui al Dlgs 192/2005.

Va ricordato che il Dlgs 192/2005 impone l’obbligo di certificazione energetica per gli edifici di nuova costruzione e soggetti a ristrutturazione, stabilendone nell’Allegato C i requisiti minimi, attraverso gli indici di prestazione energetica (distinti per tipologia, per zona climatica e per forma) e i valori di trasmittanza.

I decreti attuativi del Dlgs192/2005 sono costituiti dalle Linee guida nazionali per la certificazione energetica (Dm Sviluppo economico 26 giugno 2009) e dal Regolamento con i criteri e i metodi di calcolo (Dpr 2 aprile 2009, n. 59 "Rendimento energetico in edilizia", G.U. 10 giugno 2009).

Le regole specifiche della Certificazione energetica sono di competenza regionale (nel rispetto della norma-guida nazionale), dunque i requisiti sono stabiliti dalla singola regione. Rientrano invece direttamente nella disciplina nazionale le regioni che non hanno normato in merito alla efficienza energetica degli edifici e alla certificazione energetica. E la Sardegna è una di queste.

Tutti i riferimenti del Piano casa sono quindi relativi:

• agli indici di prestazione stabiliti dall’Allegato C del Dlgs 192/2005;

• ai criteri tecnici e metodi di calcolo dettati dal Dpr 2 aprile 2009, n. 59;

• alle Linee guida nazionali per la certificazione pubblicate nel Dm Sviluppo economico 26 giugno 2009.    

Quando la casa è una prima abitazione e non supera i 95 m², il bonus di ampliamento è pari al 26%, che arriva al 39% in caso di rispetto dell’efficienza energetica secondo i parametri del decreto citato.

Da notare: nel caso di edifici a più piani (ad esempio condomini) gli interventi “possono essere realizzati anche dai singoli proprietari purché venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento dell'ampliamento nel contesto architettonico dell'edificio”.

Non vogliamo immaginare la riunione di condominio in cui viene presentato tale progetto.

Se queste sono le regole per gli immobili distanti almeno 2 km dal mare, per quelli compresi tra i 300 e i 2.000 metri dalla battigia, la percentuale di ampliamento è ridotta del 30%, scende cioè al 14%. Ma se c’è riduzione del fabbisogno energetico si ritorna al 21%.

Non basta: le case uni-bifamiliari si possono ampliare anche se sono ubicate entro i 300 metri dalla battigia (bonus del 10%) a condizione che gli interventi siano finalizzati al “miglioramento della qualità architettonica dell’intero organismo edilizio e dei valori paesaggistici del contesto in cui è inserito” e che ci sia il parere favorevole della Commissione regionale per la qualità architettonica e paesaggistica. E chi fornirà i parametri per tali miglioramenti architettonici o addirittura paesaggistici? Difficile averne un’idea.

Sono invece esclusi gli ampliamenti negli immobili situati nei centri storici (zona urbanistica “A”) ma solo se hanno più di 50 anni di età.

Per gli immobili destinati ad attività produttiva, la regola base è la stessa: 20% che sale al 30% nei citati casi di risparmio energetico o rispetto del Dlgs 192/2005. Sono esclusi gli immobili “produttivi” con più di 50 anni di vita situati nei centri storici e quelli che si trovano in zona turistica “F” ricadenti nella fascia dei 300 m dalla linea di battigia.

Regole a parte sono invece stabilite per gli edifici a destinazione turistico-ricettiva (alberghi e simili).

Nella fascia costiera entro i 300 metri dalla linea di battigia in area extraurbana il bonus è pari al 10% se l’intervento sull’immobile è tale da determinare una riduzione di almeno il 10% del fabbisogno di energia primaria dell’intero edificio (non il 15% come nei casi precedenti), oppure si dimostri che l'immobile rispetti i parametri di cui al Dlgs 192 /2005. Dunque c’è la scelta tra una riduzione del 10% del fabbisogno energetico o il rispetto dei parametri del decreto sull’intero edificio. Ma si deve anche conseguire il miglioramento della qualità architettonica e paesaggistica (sempre con parere favorevole della Commissione).

Se l’immobile turistico si trova invece oltre i 300 metri, l’incremento base sarà del 20%, per raggiungere il 30% se l’edificio viene riqualificato tanto da consentire una riduzione del 25% del fabbisogno di energia primaria. Oppure, semplicemente, se l’edificio si adeguerà ai parametri del Dlgs 192/2005.

In questa tipologia (oltre i 300 metri) non è richiesto solo il miglioramento della qualità architettonica, ma anche della sicurezza strutturale e della accessibilità degli immobili. Ma non occorre concessione edilizia, basta la Dia, e quindi non serve il parere favorevole della Commissione regionale. In pratica, tutte le strutture turistiche oltre i 300 metri dal mare, purché ottemperino ai requisiti imposti dal Dlgs 192, possono beneficiare di un aumento volumetrico del 30% attraverso la semplice Dichiarazione inizio lavori, corredata da specifiche documentazioni. Chi conosce la Sardegna può facilmente immaginare gli effetti di questa “facilitazione”.

Abbiamo presentato solo i principali punti del Piano casa rivolti alle ristrutturazioni di edifici esistenti. Molte altre sorprese riserva la norma rispetto agli interventi di demolizione e ricostruzione. Una analisi dettagliata si trova nelle pagine del sito dedicate specificamente alla Sardegna (Vedi Riferimenti).

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