Migliora il fattore carbonio dei produttori di elettricità, ma non dipende dalle rinnovabili
Le emissioni di CO2 dei produttori di elettricità europei sono diminuite in modo sorprendente nel corso del 2008, e questa diminuzione non ha alcun legame con la crisi economica.
Questi i risultati presentati nello studio Fattore carbonio 2009 pubblicato il 17 novembre dagli uffici parigini della PricewaterhouseCoopers e Enerpresse. Nel 2008 le emissioni dei 20 principali produttori di elettricità in Europa ammontavano a 760 milioni di tonnellate, ossia 57 milioni di tonnellate in meno di quelle prodotte nel 2007 (-7 %). E la crisi non c'entrerebbe nulla, visto che la loro produzione di elettricità è rimasta stabile (+0,1%) sull'insieme del periodo 2006-2008.
Quest'improvviso quanto significativo miglioramento non sarebbe dovuto, però, a un massiccio investimento nelle energie rinnovabili, ma bensì alla forte riduzione della componente del carbone nella produzione di energia. Molti produttori, infatti, hanno optato a favore di fonti meno inquinanti. Tuttavia, secondo gli autori del rapporto, sarebbe troppo presto per dedurre da ciò una tendenza di fondo. Bisognerà aspettare i dati dei prossimi anni per avere conferma di un cambiamento strutturale nell'approccio dei produttori, tanto più che la maggiore riduzione è stata realizzata proprio dall'Enel (meno 9,3 milioni di tonnellate) segnando un miglioramento del 10% delle sue emissioni (e va tenuto conto che il 75% della riduzione è imputabile alla sola Endesa).
Le energie rinnovabili hanno svolto un ruolo marginale in questo scenario di riduzione del "fattore carbonio", ma a giudizio degli autori del rapporto, nei prossimi anni dovrebbero costituire il perno di un'ulteriore riduzione. In questo senso, già nel 2008 l'eolico e il fotovoltaico costituiscono la fonte principale per ciò che riguarda la nuova capacità installata per la produzione di energia elettrica.
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