Carbone? No, pellet ricavati dagli scarti della canna da zucchero
Un trio di imprenditori italiani e britannici ha ideato un pellet, ottenuto dagli scarti della lavorazione della canna da zucchero, che può essere bruciato all’interno delle centrali a carbone.
Si chiamano Maurizio Zannoni, Giancarlo de Filippo e David J. Instance, e attraverso la loro Brazilian pellet, con sede a San Paolo del Brasile, intendono realizzare un progetto da 75 milioni di euro, che prevede la costruzione di diversi impianti per la lavorazione della bagasse, un sottoprodotto della canna da zucchero trasformato in piccoli pellet.
In Brasile buona parte della bagasse viene bruciata negli zuccherifici per produrre energia in impianti di cogenerazione, ma circa il 20% di quella in eccesso, all'incirca 25 milioni di tonnellate, diventa semplice rifiuto.
L'obiettivo di Brazilian pellet è di far partire la produzione negli ultimi mesi del 2010 all'interno di un impianto a San Paolo, luogo dove si produce oltre la metà della canna da zucchero brasiliana. Entro il 2015 l'azienda pensa inoltre di poter raggiungere le 520 mila tonnellate all'anno di produzione, un ammontare che permetterebbe di produrre 2420 gigawattora di energia elettrica ogni anno.
In Europa i possibili acquirenti della compagnia italo-britannica saranno i commercianti di biocarburanti, che venderanno i pellet alle centrali a carbone. Impianti del genere, infatti, utilizzano sempre più frequentemente biocarburanti per raggiungere gli standard sulle emissioni di anidride carbonica imposti dall'Unione Europea.
Secondo la European Biomass Association entro il 2020 l'Unione Europea raggiungerà quota 100 milioni di tonnellate di "biofuel pelletized", a partire dagli attuali 13 milioni. Attualmente la maggior parte dei pellet da biomasse sono ricavati dalla segatura, un sottoprodotto dell'industria del legno.
Un altro aspetto importante dei pellet ricavati dalla bagasse, secondo Mauro Zannoni, è rappresentato dal fatto che il processo di produzione è a zero emissioni, "perché la bagasse, una volta decomposta, rilascia in atmosfera pericolose emissioni di metano. Quindi bruciandola si guadagnano carbon credits" afferma l'ingegnere italiano.
Il sistema è stato brevettato da Zannoni stesso che l'ha testato per due anni attraverso un progetto pilota. Brasilizian Pellet è ora in attesa di ottenere un prestito di 30 milioni di euro dall'Interamerican Development Bank che servirà a finanziare l'inizio del progetto nella prima metà del 2010.
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Green Inc, il blog del New York Times da cui è stata tratta la notizia