Enel presenta il progetto Scoop, sempre che i soldi ci siano...
Si chiama Scoop (Italian Solar Concentration Tecnhologies for Photovoltaic Systems) ed è un progetto lanciato da Enel per rendere competitivo e concorrenziale il fotovoltaico in Italia.
Scoop è uno dei 30 progetti di ricerca e innovazione selezionati sugli 86 partecipanti al bando del programma Efficienza Energetica Industria 2015, il piano strategico del Ministero dello Sviluppo Economico, nato per sostenere lo sviluppo industriale e tecnologico nel nostro Paese.
Enel, in collaborazione con altri 15 partner tra centri di ricerca e università, piccole e medie imprese, e grandi industrie, lavorerà per integrare quattro filiere produttive per lo sviluppo tecnologico, la realizzazione, l'implementazione industriale e la commercializzazione di sistemi fotovoltaici a concentrazione, oltre alle strutture per la caratterizzazione e la qualificazione dei sistemi sviluppati (il laboratorio fotovoltaico di Catania).
L'obiettivo è creare un indotto dell'industria fotovoltaica, realizzando una rete che vada dalla ricerca fino alla produzione e all'installazione dei componenti, e che permetta di abbattere notevolmente i costi raggiungendo livelli di eccellenza in questo campo.
I partner del progetto sono Enea, Cesi, ERSE, Centro Ricerche Plast-optica, Istituto Nazionale di ottica applicata, Catania Ricerche, Centro Ricerca Energie Alternative e Rinnovabili, Angelantoni Industrie, SGS future, Alitec, Calzavara, Riello, Savio, Saret e ST.
Fin qui tutto bene. Ma il problema non sta nelle potenzialità del progetto, bensì nel suo eventuale finanziamento. Già, perché come ricorderete, tempo fa pubblicammo un editoriale di Edgardo Curcio, di Staffetta Quotidiana, in cui si faceva luce sulla mancata erogazione di fondi proprio per il bando Industria 2015.
Il precedente bando, infatti, aveva selezionato, così come oggi, 30 progetti su 92 presentati, che avrebbe dovuto finanziare con un importo di 1.081 milioni di euro. Soldi che però sono rimasti solo sulla carta perché a tutt'oggi i partner, sia pubblici che privati, non hanno ancora visto un euro.
Quindi sulla carta il progetto Scoop potrebbe creare benefici notevoli a tutto il settore dell'industria fotovoltaica, ma il rischio è che questi fondi destinati alla ricerca, come avviene spesso nel nostro paese, vengano dirottati altrove, e che sotto il paravento della crisi economica finiscano per abbandonare l'unica via (quella della "green economy") che dalla crisi economica può farci uscire realmente.
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