Milano, 17 dicembre 2009 - 00:00

L'Italia promuove il solare ma manca chiarezza sul futuro del Conto Energia

Quali sono i governi che maggiormente facilitano l'installazione di impianti fotovoltaici e sfruttano a pieno il loro potenziale solare? Ce lo dice Global Solar Report Card.

Si tratta della seconda edizione di un rapporto pubblicato nei giorni scorsi dalla gorbachoviana Green Cross International e da Global Green Usa, che non mette in luce solo i MW installati dai singoli paesi, ma mette in relazione i diversi interventi incentivanti dei governi, con l'obiettivo di spingere ognuno di essi a imparare dagli altri e fare così qualcosa in più. Global Solar Report Card basa infatti il proprio giudizio solo per il 30% sulla potenza installata, mentre per il restante e ben più consistente 70% sui piani a lungo termine, gli incentivi e i programmi utilizzati per promuovere l'installazione di nuovi impianti. Sulla base di questi presupposti il rapporto ha stilato una classifica (dando un punteggio che va da F, il minimo, ad A, il massimo) che vede in testa la Germania (A-), seguita dalla California (B) e dall'Italia (B-). In particolare paesi come la Cina, la Grecia, l'Italia e il Giappone hanno fatto registrare notevoli passi avanti, ma un plauso particolare, secondo il rapporto, va all'Italia che ha aumentato, tra il 2007 e il 2008, di oltre il 400% la propria potenza installata.

Green Cross International e Global Green Usa fanno però notare che la strada da percorrere è ancora lunga soprattutto perché dei 16 paesi presi in considerazione dal rapporto la maggior parte non vanno oltre una misera sufficienza (C) e molti, come Svizzera, Canada, Russia, Polonia, Cina (nonostante i passi avanti fatti registrare) e Gran Bretagna, sono nettamente al di sotto di essa (punteggi tra D e F).

Oltre a questo un paio di considerazioni aggiuntive sull'Italia ce la sentiamo di farle noi di Nextville. E' vero che le tariffe incentivanti italiane, come fa notare il rapporto sono molto alte, è vero che la capacità installata ha fatto registrare grandi passi avanti, soprattutto nell'ultimo anno, ma sia su quest'ultimo punto che per quello che riguarda le politiche a lungo termine è il caso di fare un distinguo.

Innanzittutto la crescita annuale di nuove installazioni. Si tratta infatti un dato fuorviante, soprattutto nel caso dell'Italia che parte da una base piuttosto bassa, praticamente vicina allo zero, rispetto a paesi come la Germania, la Spagna e la California che già tre anni fa erano dotate di un buon numero di impianti. Facciamo un esempio concreto: nel 2006 in Germania la potenza di impianti fotovoltaici installati era di 838,79 MW, in California di 62,59 MW e in Spagna di 97 MW mentre in Italia era solo di 12,50 MW.  E' evidente che esiste una bella differenza tra il balzo, supper notevole dell'Italia, da 12,50 MW installati nel 2006 a 338 MW nel 2008 e quello della Spagna che nello stesso periodo è passata da 97 MW a 2661 MW.

Per quello che concerne le politiche a lungo termine, invece, si è parlato molto in questi giorni di una fantomatica bozza del Ministero dello sviluppo economico per il nuovo decreto ministeriale Conto Energia che prevederebbe una riduzione dell'8-10% delle tariffe incentivanti e un tetto di massimo incentivabile di 1500 MW (piuttosto modesto considerando che quello attuale è di 1200 MW). La cosa ha naturalmente messo in allarme tutte le associazioni di settore che si sono "mobilitate" chiedendo a gran voce al governo maggiore chiarezza e trasparenza.

Le principali critiche mosse dalle associazioni sono relative soprattutto all'abbassamento delle tariffe, al tetto massimo incentivabile (Assosolare sostiene che 1500 MW verranno raggiunti già nel 2011) e all'aumento dell'incentivo in conto capitale cumulabile con il Conto Energia (fino al 50%). Soprattutto su quest'ultimo punto Assosolare fa notare che "un conto capitale troppo elevato vuol dire rallentare tutto il sistema, perchè il promotore attenderebbe la concessione del finanziamento prima di realizzare l'impianto fotovoltaico. Questa è già l'esperienza e l'errore della Grecia. Il 20% in conto capitale, oggi in vigore, è un buon compromesso perchè consente ai governi delle regioni con minore irraggiamento solare di riequilibrare la remunerabilità tra nord e sud".

In breve, se l'Italia intende mantenere la propria posizione di privilegio tra i paesi che maggiormente promuovono l'energia solare dovrà fare questo ulteriore sforzo di chiarezza e di "facilitazione", magari smentendo proprio le voci sulla revisione "in peggio" del Conto Energia e rassicurando operatori e utenti tutti.

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