Milano, 28 dicembre 2009 - 00:00

Cip6, ufficiali le prime regole per la risoluzione anticipata

Gli impianti alimentati da fonti “assimilate” che beneficiano degli incentivi statali possono chiedere la risoluzione anticipata delle convenzioni Cip 6/92, ottenendo (quasi) tutto e subito; per gli inceneritori bisogna attendere.

Il Dm 2 dicembre 2009 "Meccanismi per la risoluzione anticipata delle convenzioni CIP 6/92" disciplina l’uscita di alcune tipologie di impianti dal regime di convenzione ritenuto oramai "scarsamente efficiente rispetto ad un assetto di mercato liberalizzato”" La risoluzione anticipata deve essere volontariamente richiesta dai produttori.

Il corrispettivo cui i produttori hanno diritto è in pratica costituito da tutti gli incentivi ancora da maturare, rivalutati secondo gli indici Istat, rapportati alla potenza e al numero di ore equivalenti/anno per gli anni residui della convenzione. Il tutto scontato al tasso del 6%: è dunque questo il minor costo a carico del sistema, in cambio naturalmente del fatto che la somma verrà liquidata subito.
 
Il provvedimento – pubblicato in Gu il 21 dicembre 2009, lo stesso giorno entro il quale gli operatori avrebbero dovuto manifestare al Gse il proprio interesse alla risoluzione anticipata, con effetti non ancora  vincolanti — riguarda gli impianti convenzionati alimentati da combustibili di processo o residui o recuperi di energia, nonché da combustibili fossili.

La risoluzione anticipata degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e da rifiuti è invece demandata a un futuro Dm, sempre targato Ministero dello Sviluppo.

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