Una rete europea per le energie rinnovabili. Il primo passo verso un futuro verde
Sarà la prima rete elettrica europea dedicata alle energie rinnovabili e impegnerà nove paesi per una spesa complessiva di 30 miliardi euro.
Permetterà di connettere le turbine eoliche a largo della Scozia con le centrali fotovoltaiche della Germania e l'energia che sfrutta il moto ondoso in Belgio e Danimarca con gli impianti idroelettrici della Norvegia. Questa nuova rete transeuropea sarà situata nel Mare del Nord e rappresenterà il primo passo verso la costruzione di una rete ancora più vasta che consentirà di collegare l'Europa al Nord Africa, per lo sfruttamento delle centrali solari a concentrazione nell'ambito del progetto Desertec (vedi Riferimenti).
Significherà costruire una rete fatta di migliaia di chilometri di cavi sottomarini ad alto voltaggio in corrente continua, che costeranno molto di più dei cavi tradizionali a corrente alternata, ma che garantiranno una maggiore efficienza sulle lunghe distanze con una perdita di corrente nettamente inferiore. E soprattutto risolveranno una delle maggiori problematiche legate alle energie rinnovabili ovvero la discontinuità dei rifornimenti legata all'improcrastinabilità dei fenomeni meteorologici (ad esempio, se il vento non soffia le turbine non girano oppure se non c'è il sole i pannelli fotovoltaici non producono energia). La rete potrebbe funzionare come una grande batteria da 30 GW che immagazzina elettricità quando la domanda è bassa e che la distribuisce poi in qualunque parte del continente quando ve n'è bisogno.
Entro l'autunno, i nove governi coinvolti nel progetto (Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Irlanda e Gran Bretagna) auspicano di poter realizzare un piano per iniziare a costruire la rete per il 2020, un importante primo passo per raggiungere il 20% di energia da fonti rinnovabili fissato per quella data dall'Unione Europea.
E la costruzione di una rete del genere nel Mare del Nord acquista ancora una maggiore valenza se collegata al progetto di realizzare 100 GW di impianti eolici offshore, in cui sono coinvolte diverse realtà europee del settore, e che consentirebbe di coprire il 10% del fabbisogno elettrico del continente. In questo caso la costruzione della rete andrebbe adattata proprio in vista della realizzazione di tali opere, così come sostiene l'European Wind Energy Association (EWEA).
In questo modo il Mare del Nord diventerebbe la spina dorsale di una futura e più estesa super-rete europea che collegherebbe i grandi impianti del Nord Europa con le centrali solari del Mediterraneo e in particolare potrebbe diventare un tutt'uno col progetto Desertec (vedi Riferimenti) che prevede di fornire il 15% del fabbisogno elettrico attraverso il solare a concentrazione creando un ponte tra il deserto del Sahara e il continente europeo.
Così come sostiene Lord Hunt, ministro dell'energia e dei cambiamenti climatici britannico, il progetto di una super-rete europea è per ora è un sogno a lungo termine, ma si tratta senza dubbio di un sogno che vale la pena di perseguire e di portare a compimento nel più breve tempo possibile. Entro l'autunno potremmo già avere una prima risposta.
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