Il GSE ha da poco iniziato a versare i conguagli delle Tariffe onnicomprensive. Incertezze per l’olio vegetale “tracciabile”.
Tutto iniziò nel lontano 2006 (Finanziaria 2007), quando si promise una tariffa di ben 30 eurocent a kWh elettrico agli impianti – fino a 1 MW – a “biomasse o biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali, ottenuti nell’ambito di intese di filiera o contratti quadro, oppure di filiere corte”. Serviva però un decreto attuativo, che non è mai arrivato.
Due anni dopo, il Dm 18 dicembre 2008, in vigore dal gennaio 2009, non essendo risolto il problema, specificava che nelle more del decreto attuativo, si applicava alla filiera corta la tariffa prevista per le biomasse “generiche”, con possibilità di conguaglio dopo l’entrata in vigore dell’applicativo stesso. Quindi scompare il 30 e subentra il 22, in attesa di sviluppi.
Nel luglio 2009, la legge 99 cambia sia l’andamento tipologico che le Tariffe onnicomprensive delle biomasse. Queste vengono conglobate in un’unica categoria base (biogas e biomasse), niente filiera corta. Scompare il 22 e subentra il 28.
Ma c’è una eccezione, gli oli vegetali. Se non sono tracciabili secondo la normativa Ue, per loro scompare il 28 e subentra il 18, tariffa dedicata anche ai gas di discarica e ai gas residuati da processi di depurazione. In pratica si vogliono escludere dai benefici gli oli vegetali importati da paesi molto lontani, che costano poco e convengono molto anche se bisogna trasportarli per mezzo mondo. Opzione molto corretta, peccato che da luglio a oggi il decreto attuativo sulla tracciabilità degli oli vegetali non sia arrivato, dunque anche chi coltiva girasoli nei campi dietro l’impianto si è visto recapitare dal GSE – per tutto il periodo – la tariffa 18. E gli operatori del settore non sembrano molto contenti.
In dicembre il ministero delle Politiche agricole aveva sottoposto una bozza di decreto. La cosa sembrava fatta, ma il testo ha successivamente destato nuove perplessità: meccanismo troppo complesso e possibili obiezioni da parte della Commissione europea. L’alternativa, a questo punto, potrebbe essere l'archiviazione della voce “oli vegetali puri tracciabili”, magari aumentando la tariffa riservata agli oli non tracciabili. Quindi il 18 potrebbe scomparire di scena, ma l’ipotetico nuovo numero Jolly è sconosciuto. Con Jolly si tornerebbe a premiare l’olio di palma importato dall’Oriente e dal Sudamerica, senza alcun tipo di premialità per gli oli vegetali prodotti e bruciati su scala locale.
Stiamo parlando di tariffe, dunque si rischia di andare fuori tema, ma sembra comunque utile ricordare che il Decreto del ministero serve anche a dare l’avvio al nuovo coefficiente per i Certificati Verdi, dove la fliera corta è rimasta in tabella ed è premiata con il moltiplicatore 1,8 anziché 1,3 delle biomasse generiche.
© Copyright riservato - riproduzione vietata - ReteAmbiente Srl, Milano - La pirateria editoriale è reato ai sensi della legge 633/1941