Nel 2012 l'Italia centrerà gli obiettivi di Kyoto
A cinque anni dalla ratifica del Protocollo di Kyoto, l'Italia è sulla buona strada per rispettare il proprio impegno di riduzione delle emissioni di gas serra.
E' quanto emerge da uno scenario presentato oggi da Edo Ronchi, presidente della Fondazione sviluppo sostenibile. Secondo gli accordi internazionali presi in Giappone nel 2005 il nostro paese ha l'obbligo di ridurre le proprie emissioni di gas di serra del 6,5% rispetto a quelle del 1990, come media delle emissioni del 2008-2012. E sulla base dei dati del 2009 non sarà poi così difficile per l'Italia rispettare questo obiettivo.
L'anno scorso, infatti, il nostro paese ha emesso 502,3 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, circa 36,3 milioni in meno rispetto al 2008 e il 3% in meno rispetto all'anno di riferimento (1990). E siccome l'obiettivo di Kyoto per l'Italia nel 2012 è di 483,3 milioni di tonnnellate, "nei prossimi tre anni" afferma Ronchi "anche solo con una riduzione media come quella in atto prima della crisi, si arriverà tranquillamente all'obiettivo di Kyoto". Anzi "molto probabilmente la riduzione delle emissioni sarà, anche senza conteggiare i meccanismi flessibili, maggiore del 6,5%".
La riduzione del 2009 è avvenuta principalmente a causa della crisi economica, ma anche per merito dell'aumento della quota di energie rinnovabili (+9,3% nel 2009) e di miglioramento dell'efficienza energetica. E il contributo della crisi alla riduzione non va visto necessariamente come un aspetto negativo perché in passato, in situazioni analoghe, l'impegno delle aziende e dei consumatori per l'ambiente veniva meno mentre questa volta si è verificata una reazione esattamente opposta. Basti pensare alla creazione d'incentivi per l'acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza, per auto meno inquinanti, per l'efficienza energetica (detrazione del 55% ndr), per le energie rinnovabili (Conto Energia ndr) e per investimenti in innovazione tecnologica.
La riduzione riscontrata nel corso dell'anno passato rientra comunque in una tendenza più ampia che si può far risalire al 2005, anno dell'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e in cui per la prima volta le emissioni sono iniziate a calare senza più aver fatto registrare poi battute d'arresto.
Anche il raggiungimento dell'obiettivo europeo per il 2020 non dovrebbe essere difficile da raggiungere secondo Ronchi: "analizzando le dinamiche di alcuni settori chiave (consumi di elettricità e consumi di energia nei trasporti, nell'industria e nelle abitazioni)" conclude il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile "non si osservano tendenze verso significativi aumenti di consumi di energia di origine fossile e quindi emissioni di CO2, ovviamente a meno che non si interrompano le misure di incentivazione delle rinnovabili e quelle di sviluppo dell'efficienza energetica".
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Fondazione sviluppo sostenibile