Milano, 25 marzo 2010 - 00:00

Crescono i comuni rinnovabili, ma non è tutto oro quel che luccica

Presentato a Roma Comuni Rinnovabili 2010, il dossier di Legambiente che fa il quadro dell'Italia sostenibile. L'86% dei comuni ha un impianto da fonti rinnovabili.

In soli due anni è più che raddoppiato il numero di comuni dove sono presenti impianti che producono energia da fonti pulite. Sono infatti 6993, contro i 5.580 dello scorso anno e i 3.190 del 2008. Massima diffusione per il solare, presente in 6801 comuni, mentre più contenuta è quella delle altre fonti rinnovabili: 297 comuni per l'eolico, 799 per il mini-idroelettrico, 181 per la geotermia e 788 per le biomasse. Questi dati sono indice anche della tipologia di impianti installati per singola fonte energetica. Mentre infatti il solare trova larga diffusione grazie alla realizzazione di piccoli impianti privati, elemento che giustifica l'elevato numero di comuni, l'eolico, ad esempio, trova applicazione principalmente in impianti di taglia medio-grande.

Il comune più virtuoso nel solare fotovoltaico è Craco, in provincia di Matera, con una diffusione media di oltre 542 kW ogni mille abitanti, mentre nel solare termico si distingue Fiè allo Sciliar, in provincia di Bolzano, con 1152 metri quadrati ogni mille abitanti. E sono ben 51 i comuni, 15 in più rispetto all'anno scorso, che hanno raggiunto l'obiettivo di 264 metri quadrati ogni mille abitanti di solare termico fissato dall'Unione Europea.

L'eolico è presente in 297 comuni per una potenza installata di 5148 MW (1287 in più rispetto all'anno scorso), una quota sufficiente a soddisfare il fabbisogno elettrico di 4,1 milioni di famiglie. Il mini idroelettrico (impianti fino a 3 MW) si trova in 799 comuni per una potenza installata di 715 MW, in grado di produrre ogni anno oltre 2860 GWh, pari al fabbisogno di 1,1 milioni di famiglie. Il geotermico si trova in 181 comuni, per un totale di 880 MW elettrici e 38,8 termici, e soddisfa il fabbisogno di 2,64 milioni di famiglie. E infine le biomasse, 788 comuni per un totale di 1023 MW elettrici e 985 termici, di cui 421,1 MWe e 35,6 MWt derivano da impianti a biogas, che producono 7.161 GWh l'anno pari al fabbisogno elettrico di oltre 2,86 milioni famiglie.

Sono in tutto 15 i comuni 100% rinnovabili sia per il fabbisogno elettrico che termico. La palma del migliore va a Sluderno, in provincia di Bolzano, che grazie a un mix perfetto di rinnovabili soddisfa ampiamente le proprie necessità energetiche. Ma andiamo ai numeri: 960 metri quadrati di pannelli solari termici, 512 kW di solare fotovoltaico, 232 kW di mini idroelettrico (quattro micro impianti), un impianto eolico di 1,2 MW in comproprietà con tre comuni vicini e 6200 kW termici di biomasse locali e biogas, allacciati attraverso un sistema di cogenerazione a una rete di teleriscaldamento lunga 23 chilometri, che permette di soddisfare il fabbisogno di 500 utenze, comprese anche quelle del comune vicino di Glorenza.

Va naturalmente valutata in modo positivo la crescita complessiva dell'uso di fonti rinnovabili e il numero crescente di esempi virtuosi — diffusi soprattutto, però, nei piccoli centri — ma bisogna ricordare che accanto a queste eccellenze ci sono ancora oltre un migliaio di comuni dove non esiste alcun impianto "pulito", e soprattutto grandi centri — che purtroppo sono quelli che fanno i grandi numeri — dove i dati non sono così rosei (con le dovute eccezioni, vedi Lecce e Agrigento). Per dare una spinta in avanti in questo senso, molto potrebbero fare le istituzioni, che sono ancora attese al varco legislativo delle linee guida per l'autorizzazione unica, del nuovo Conto energia e del burden sharing.

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