Proposta di legge per il risparmio energetico e le rinnovabili negli edifici pubblici
II ddl approdato in questi giorni presso la Commissione attività produttive della Camera ha l’obiettivo di riqualificare energeticamente due terzi del patrimonio edilizio pubblico.
In vista degli obiettivi europei 2020, un nutrito gruppo di deputati ha messo a punto una proposta di legge (atto Camera 3079), che combina misure per l’efficienza energetica e per lo sviluppo delle rinnovabili da applicare a sedi istituzionali, scuole, ospedali e uffici delle pubbliche amministrazioni.
La norma pone come obiettivo la riduzione di almeno il 30% dell’energia consumata da questi edifici e si basa sui seguenti punti principali:
• la definizione degli interventi (efficienza, risparmio energetico, impianti rinnovabili) spetterà alle amministrazioni competenti. I progetti esecutivi degli interventi dovranno necessariamente determinare la quota di risparmio minimo che le amministrazioni puntano a raggiungere annualmente;
• la realizzazione degli interventi nonché la gestione e la manutenzione saranno a carico dei privati vincitori di bandi di gara d’appalto;
• i privati che realizzano e gestiscono l’intervento dovranno garantire il risparmio minimo garantito previsto dall’ente;
• comuni, province, regioni e Stato dovranno destinare al rientro del finanziamento ottenuto il 50% del risparmio minimo garantito;
• gli ulteriori risparmi eccedenti il risparmio minimo andranno per il 50% al soggetto appaltatore, e per il 50% al soggetto pubblico implicato.
• comuni, province, regioni, Stato ed enti pubblici saranno autorizzati ad accedere al credito per l’ammontare dell’investimento, anche in deroga alle norme regolanti il patto di stabilità interno;
• la Cassa depositi e prestiti Spa istituisce un apposito fondo di rotazione finalizzato a consentire la deroga del patto di stabilità interno e a finanziare i progetti esecutivi realizzati esclusivamente dalle società di servizi energetici (ESCO), specializzate nell’effettuare interventi nel settore, e da altri soggetti pubblici sollevando il cliente dalla necessità di reperire risorse finanziarie e dal rischio tecnologico;
• il limite massimo di accesso annuale al credito è fissato in 1.600 milioni di euro annui, nel periodo dal 2011 al 2020 (16 miliardi di euro per dieci anni).
L’Agenzia del demanio, su proposta e indicazione dei rispettivi comuni, sarà incaricata di bandire gare annuali con le quali affidare i terreni a privati investitori, mediante la stipula di contratti di locazione.
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