Milano, 14 luglio 2010 - 00:00

Solare termodinamico, inaugurata Archimede a Priolo Gargallo

Apre i battenti oggi "Archimede", la prima centrale solare termodinamica che impiega l'innovativa tecnologia dei sali fusi, integrata con un impianto termoelettrico a ciclo combinato.

Si tratta di un progetto sviluppato a partire dal 2001 dall'Enea, attraverso un ambizioso programma di ricerca. L'iniziativa parte sulla base di un impianto già esistente, quello termoelettrico dell'Enel a Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, e ha permesso di realizzare un centrale che sfrutta l'energia solare in modo estremamente efficiente.

Ecco come funziona l'impianto siciliano. Archimede raccoglie l'energia termica del sole attraverso una serie di specchi parabolici (30 mila metri quadrati) che concentrano i raggi del sole su speciali tubazioni (5.400 metri) percorse da un fluido. Questo viene raccolto in appositi serbatoi, e viene impiegato per alimentare un generatore di vapore. Il vapore muove poi le turbine della centrale a ciclo combinato e produce energia elettrica, anche di notte o quando il cielo è coperto. L'impianto, di 5 MW di potenza, consente di risparmiare ogni anno 2.100 tonnellate equivalenti di petrolio e di ridurre le emissioni di anidride carbonica per circa 3.250 tonnellate.

Ma cosa ha di diverso la centrale solare termodinamica di Priolo rispetto alle altre? Principalmente il tipo di fluido che utilizza. Mentre  le altre centrali solari termodinamiche impiegano un olio minerale che non supera la temperatura di 390°, l'impianto siciliano utilizza un'innovativa tecnologia ai sali fusi (una miscela di nitrati di sodio e potassio) che consente di lavorare ad altissime temperature, comprese tra 290 e 550 °C, senza rischi per l'ambiente e con costi ridottissimi (per un approfondimento sulla tecnologia sviluppata dall'Enea vedi Solare termodinamico nei Riferimenti).

Le alte temperature di esercizio vengono ottenute grazie a innovativi tubi ricevitori sviluppati da Enea e prodotti a livello industriale in Italia da Angelantoni S.p.a., società che ha anche la maggioranza azionaria di "Archimede Solar Energy" (il 45% è di Siemens). Il progetto di Enea ha consentito così di sviluppare componenti e tecnologia interamente nazionali, sopperendo a quella problematica tipica delle energie rinnovabili, che ha visto le nostre aziende perdere terreno in questi primi importanti anni di start-up rispetto alle più concorrenziali aziende straniere, in particolare asiatiche.

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