Milano, 28 luglio 2010 - 00:00

Vecchia stufa a pellet, dove la butto?

Secondo quanto disposto dalla lettera a), art. 3 del Dlgs 151/2005, sembra proprio che le vecchie stufe a pellet debbano essere considerate come Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche).

Grazie alla sua notevole autonomia di funzionamento e praticità d'uso, la stufa a pellet trova sempre più spazio nel settore del riscaldamento domestico. Ma, la massiccia diffusione di un prodotto porta con sè anche il problema della gestione del fine vita. Cosa farne quando diventa rifiuto?
 
La gestione dei rifiuti ha una sua precisa regolamentazione, molto spesso legata alla tipologia di rifiuto. Alcuni prodotti o apparecchiature, una volta diventati rifiuti, devono essere raccolti e trattati secondo precise regole. Accade così per gli imballaggi, per gli pneumatici, per gli oli esausti, per le apparecchiature elettriche ed elettroniche ecc.
 
Il problema di noi cittadini è spesso quello di non riuscire a sapere o capire in quale categoria di rifiuto rientrino certi prodotti o apparecchiature. La stufa a pellet, per esempio, che tipo di rifiuto è? Se interpretiamo bene l'articolo 3 del Dlgs 151/2005, la vecchia stufa a pellet è un Raee e cioè un rifiuto da apparecchiatura elettrica e elettronica
 
La lettera a) dell'articolo 3 dice infatti: per apparecchiature elettriche ed elettroniche si intendono "le apparecchiature che dipendono, per un corretto funzionamento, da correnti elettriche o da campi elettromagnetici (...)". Essendo la stufa a pellet un apparecchio a convezione forzata, in cui l'immissione di aria calda è aiutata dalla presenza di piccoli ventilatori elettrici, il suo corretto funzionamento dipende dalla corrente elettrica.
 
Anche l'ANFUS (Associazione Nazionale Fumisti Spazzacamini), sembra sposare questa tesi. Su radiofuoco.com, il suo organo ufficiale di informazione, è stata pubblicata una notizia in tal senso. Vedi i Riferimenti.

 
Dove portare la vecchia stufa
 
Per smaltire correttamente la nostra vecchia stufa possiamo:

consegnarla al negoziante che ci vende quella nuova: per legge è obbligato a ritirarla gratuitamente e consegnarla agli appositi consorzi che si occupano di smaltirla correttamente.

A partire dal 18 giugno 2010, infatti, il Dm 8 marzo 2010, n. 65, recante le modalità semplificate di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), impone ai distributori di assicurare — al momento della fornitura di una nuova apparecchiatura elettrica ed elettronica (televisori, frigoriferi, lavatrici, decoder, forni elettrici, cappe, lavastoviglie ecc.) — il ritiro gratuito della apparecchiatura usata "in ragione di uno contro uno": uno ne compri e uno ne ritirano;
 
• portare la vecchia stufa presso una delle isole ecologiche presenti nella zona in cui abitiamo;

 
Si consiglia di cercare le necessarie informazioni relative al territorio in cui si risiede, utlizzando i diversi canali di informazione messi a disposizione dal Comune o dagli enti che gestiscono il servizio di raccolta di rifiuti urbani: siti internet, numeri verdi, ecc.
 
Il ritiro a domicilio è gratuito?
 
Per gli elettrodomestici ingombranti, se non abbiamo il mezzo per trasportarli, si può chiedere il ritiro a domicilio al negoziante. Tuttavia, sulla  gratuità del ritiro a domicilio non c'è chiarezza. Ecco cosa scrive in proposito, sul numero 174 della rivista "Rifiuti. Bollettino di informazione normativa", la Vice Segretaria FISE UNIRE – Confindustria Maria Letizia Nepi: "per quanto riguarda le spese del ritiro, si è detto che esso dev’essere considerato 'gratuito', ma non viene specificato, né nel Dlgs 151/2005, né nel nuovo regolamento, da che punto debba essere applicata tale 'gratuità'. Pertanto il negoziante, in caso di ritiro a domicilio, potrebbe applicare un prezzo aggiuntivo per coprire le spese per il trasporto fino al magazzino del rivenditore o fino al punto di raccolta intermedio. Tale aspetto assume una certa importanza soprattutto per le Aee [Apparecchiatture Elettriche e Elettroniche, ndr] di maggiori dimensioni (frigoriferi, lavatrici ecc.) per le quali le spese di movimentazione e trasporto sono relativamente elevate".
 
Altri esperti del settore ritengono invece che la gratuità del ritiro debba estendersi anche al ritiro a domicilio. 
 
È auspicabile che il governo pubblichi al più presto una documentazione esplicativa in tal senso. Vi terremo informati.
 
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