Milano, 3 settembre 2010 - 00:00

Non solo elettrodomestici, la certificazione energetica anche sulle auto

Presto negli Usa anche le autovetture avranno la loro certificazione energetica, grazie a un'idea promossa dall'Epa (Environmental Protection Agency) e dal Dipartimento dei trasporti.

Le due agenzie governative hanno, infatti, lanciato due proposte per una nuova "fuel economy label", l'etichetta che dal 2008 obbliga i produttori a indicare nelle vetture il consumo di benzina e il costo annuale stimato di carburante. La portata rivoluzionaria contenuta in queste due proposte, sottoposte anche al parere dei consumatori nel sito di Epa (vedi riferimenti), sta nei parametri nuovi introdotti in questa che sarà a tutti gli effetti una vera e propria certificazione energetica.

La prima "label" proposta (vedi figura in alto a sinistra) include il consumo di benzina (in città e in autostrada), il costo annuale stimato di carburante e le prestazioni in termini di emissioni di gas serra oltre che il risparmio di benzina previsto nel corso di cinque anni rispetto a una vettura a benzina dello stesso modello dello stesso anno. La seconda proposta (vedi figura in basso a destra) comprende allo stesso modo della prima, ma con una grafica diversa, il consumo di benzina in città, in autostrada e su ciclo combinato, confrontandolo con quello delle altre vetture, il costo stimato di carburante, e le emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra anch'esse messe a confronto con quelle delle altre autovetture.

In entrambi i casi la novità più importante è l'introduzione delle vetture elettriche e di quelle ibride nei parametri della certificazione traducendo l'elettricità consumata in miglia per galloni, e trasformando i galloni consumati ogni 100 miglia in kilowattora ogni 100 miglia. In base alla loro efficienza energetica alle vetture sarà assegnata una lettera (così come accade per gli elettrodomestici, ad esempio, in Europa) che andrà dalla A+ delle auto elettriche, alla A delle ibride fino alla D assegnata alle vetture sportive più energivore.

Come ben sapete la redazione di Nextville, per scelta editoriale, non si occupa di trasporti, ma è evidente che la portata di siffatta proposta va ben oltre il settore degli autoveicoli. Infatti da molti anni le agenzie del governo non osavano affrontare la forza combinata delle associazioni di costruttori automobilistici e dei produttori di carburanti (la cosidetta lobby del petrolio che aveva nel precedente presidente degli Stati Uniti un alleato molto affidabile).

E' troppo presto per prevedere quale sarà la reale portata della certificazione dell'automobile, ma è chiaro che, nel finanziare la ripresa economica, il governo americano ha deciso di riprendere in mano tutti gli strumenti di politica industriale necessari per promuovere l'innovazione, ivi compresi gli strumenti volontari. Un segnale forte per un comparto che deve innovare per superare la crisi, ma anche un segnale forte per tutti quei settori ancora convinti che oggi si possano eludere le questioni energetiche ed ambientali, evitare di cambiare prodotti e consumi ed andare avanti con il "business as usual". Se è certo che l'industria automobilistica italiana reagirà a questo segnale, è più difficile che reagisca il governo italiano: a quando un label europeo per l'automobile pilotato dal duetto franco-tedesco?

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