Milano, 10 settembre 2010 - 00:00

Il solare organico nelle serre. Quando il fotovoltaico non entra in competizione con l'agricoltura

Un innovativo progetto dell'università di Tor Vergata, a Roma, che prevede lo sviluppo di celle solari organiche che catturino solo determinate frazioni dello spettro di irradiazione della luce.

Se ne è parlato ieri mattina a ZeroEmission, la fiera delle rinnovabili che si tiene presso la Fiera di Roma, nel corso del convegno intitolato "Il contributo del fotovoltaico organico e ibrido all'emancipazione energetica dalle fonti fossili".

A raccontarci in anteprima di questo progetto tutto italiano è stato Andrea Reale del Chose, il Polo Solare Organico della Regione Lazio. "L'utilizzo del fotovoltaico in ambito agricolo è da sempre motivo di polemica" dice Reale. "Il nostro obiettivo è quello di fugare queste polemiche realizzando un progetto che renda l'utilizzo energetico delle serre e le coltivazioni agricole assolutamente complementari e non antagonisti".

"L'idea è quella di sfruttare l'estrema flessibilità delle celle solari organiche" aggiunge il ricercatore "affinché catturino solo una parte dello spettro di luce. Faccio un esempio: diversi studi hanno dimostrato che le piante non hanno bisogno di tutto lo spettro di radiazioni per crescere, ma solo di una parte di esso. Nel caso delle rose è sufficiente lo spettro del blu. Il nostro progetto prevede quindi di realizzare delle celle solari in grado di catturare tutto il resto dello spettro, lasciando la parte necessaria alla crescita delle piante".

"Tutto questo" conclude Reale "è possibile solo grazie all'utilizzo del solare organico che eccelle, rispetto al silicio multicristallino, in quanto a flessibilità e costi, anche se ancora c'è molto da lavorare sull'efficienza e sulla stabilità".

Il progetto per la realizzazione di "serre flessibili" con il solare organico è già stato presentato dal Chose, in collaborazione con la Facoltà di Agraria di Bologna, presso il Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Nel frattempo i ricercatori del Chose hanno iniziato a lavorare su questo sistema in attesa che arrivi una risposta concreta e soprattutto finanziamenti adeguati

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