Eolico e paesaggio, si può fare
In occasione della Settimana della Comunicazione 2010, è stato presentato il dvd realizzato dopo la transvolata in aliante sulle rinnovabili italiane. Immagini suggestive per riflettere su energia, natura e paesaggio.
Proiettato giovedì scorso nella sede della società eolica Maestrale Green Energy, il dvd "In rotta verso le rinnovabili! Safari in Aliante" racconta le rinnovabili mostrando dall'alto l'Italia dei parchi eolici, degli impianti fotovoltaici, delle centrali idroelettriche e di quelle alimentate con le bioenergie.

L'iniziativa, realizzata in collaborazione con Aper — Associazione dei Produttori di Energie Rinnovabili — e l'azienda Asja, ha voluto essere una risposta agli attacchi indiscriminati alle fonti rinnovabili, a cui la stampa nazionale ha dato vasta eco:
• Giulio Tremonti: "... il business dell'eolico è uno degli affari di corruzione più grandi… Non dobbiamo credere a quelli che raccontano le balle dei mulini a vento, le balle dell'eolico…" (corriere.it, 18 settembre 2010)
• Vlaldimir Kutcherov, professore al Royal Institute of Technology di Stoccolma: "... non c'è un'alternativa al petrolio capace di competere in disponibilità, abbondanza, efficienza e sicurezza. Non lo possono certo essere il vento e il sole di cui tanto si favoleggia". (ilgiornale.it, 19 luglio 2010)
• La Redazione de Il Giornale.it: "... l'eolico e il fotovoltaico sono dannosi in sé, oltre che inutili, sempre o dovunque. In italia dovevano essere messi al bando per la loro natura criminogena rispetto ai parchi, e comunque rispetto a qualunque paesaggio, anche degradato, che non appare comunque né conveniente né opportuno ulteriormente degradare". (ilgiornale.it, 19 luglio 2010)
• Vittorio Sgarbi: "...i parchi eolici sfigurano il paesaggio ... i pannelli fotovoltaici lo umiliano". (lasiciliaweb.it, 9 settembre 2010)
Insomma, le rinnovabili sembrano essere inutili, costose, brutte e oggetto di loschi affari da parte di organizzazioni criminali. Ma è proprio così? Lo abbiamo chiesto al Direttore dell'Aper, l'ingegner Marco Pigni.
Ingegner Pigni, le rinnovabili sono davvero inutili e costose?
"Dal punto di vista energetico, l’energia rinnovabile ed eolica in particolare riveste un crescente ruolo strategico nell’ottica sia di limitare la dipendenza economica e politica dai paesi fornitori di combustibili fossili, sia per far fronte al progressivo ridursi delle loro riserve. Si tratta inoltre di una tecnologie avanzate che contribuiscono al rilancio economico e allo sviluppo industriale di aree marginali e spesso abbandonate.
Nello specifico, i vantaggi dell’eolico possono misurarsi sotto diversi punti di vista. Innanzitutto, non genera alcun tipo di emissione. Strettamente in un’ottica di bilancio ambientale, tra tutte le fonti l'eolico ha il payback energetico migliore. Ciò significa che l'energia spesa per fabbricare l’impianto viene restituita dalla sua produzione di energia immediatamente nei primi anni.
Al di là dei benefici ambientali, è da sottolineare soprattutto il suo contributo per il sistema energetico nazionale. Attualmente, l’energia eolica copre circa il consumo annuale di energia elettrica di circa 2.500.000 famiglie. Chi considera questo risultato ancora insufficiente, deve tenere presente che il suo sviluppo è comunque un fenomeno recente e che è necessario qualche anno per incrementare l’inserimento di una tecnologia così nuova nel nostro sistema energetico. Tutto ciò è poi da inserire negli obiettivi vincolanti assunti dall’Italia al 2020 in tema di sfruttamento delle fonti rinnovabili. Secondo il Piano di Azione Nazionale del Governo, per raggiungere questi obiettivi dovrà essere installata circa 16.000 MW di potenza eolica complessiva. Ad oggi abbiamo superato i 5.000 MW. Il cammino quindi è ancora lungo ma assolutamente percorribile.
Se infine per costi intendiamo gli incentivi che spettano alla produzione rinnovabile, ricordiamo che sono riconosciuti solo ed esclusivamente sull’energia prodotta. Ormai da tempo è stato superato il concetto del contributo a fondo perduto che poteva dar adito ad accuse di speculazione e spreco di risorse pubbliche. Non è vero quindi che basta installare o realizzare un impianto a fonti rinnovabili per avere gli incentivi: se le pale non girano, gli incentivi non vengono riconosciuti. In altre parole, senza la produzione di energia non c’è incentivo da riscuotere".
Si è fatto un gran parlare, in questi ultimi tempi dello scandalo legato a concessioni e licenze per l'installazione di parchi eolici in Sardegna. È proprio vero, come sostiene Tremonti, che quello dell'eolico è un business ideato da organizzazioni corrotte?
"In questo settore, come purtroppo in numerose attività industriali del Paese, delle zone d’ombra possano esistere. Ciò è principalmente imputabile al problema dei procedimenti autorizzativi, sempre troppo lunghi ed incerti, aggravati spesso da ingiustificati oneri. Se da una parte questi ostacoli, generati in primo luogo dalla troppa confusione normativa in fatto di autorizzazione degli impianti, costringono frequentemente gli operatori ad assecondare continue e pretestuose richieste aggiuntive dei vari enti che devono fornire il proprio assenso al progetto, dall’altra prestano il fianco all’operato di alcuni soggetti che di fatto hanno poco a che spartire con i veri investitori del settore e cercano di approfittare dell’opacità dei procedimenti gestiti dalle amministrazioni locali.
Per spazzare via certe accuse al settore, c’è dunque grande bisogno di trasparenza. Le Regioni, e le Province eventualmente delegate, dovrebbero pubblicare il maggior numero di informazioni possibile sui procedimenti autorizzativi in essere. Ed è anche in questa direzione che stanno conducendo le linee guida nazionali, sulle quali gli operatori ripongono molte speranze, recentemente approvate dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni dopo sette lunghi anni di attesa".
Ma di "crimine" si parla anche quando si tratta di valutare il rapporto tra rinnovabili e paesaggio. Carlo Durante, amministratore delegato della Maestrale Green Energy e consigliere per l'eolico di Aper, così risponde a chi parla di "natura criminogena" dell'eolico che e sfigurerebbe il paesaggio: "Con il Safari abbiamo dimostrato non solo che le energie rinnovabili possono rendere utilizzabili luoghi non ancora sfruttati, ma anche che, attraverso una buona progettazione e la costante attenzione al rispetto del territorio, possono risultare completamente integrate nel paesaggio migliorandolo e rivalutandolo in alcuni casi".
E Marco Pigni aggiunge: "l'industria delle rinnovabili italiane sta crescendo. E, oltre a crescere a livello di potenza installata, cresce anche di sensibilità e lo fa cercando di considerare gli aspetti paesaggistici fin dalla fase progettuale, per riuscire a integrare gli impianti con il territorio circostante. In una parola, cerchiamo di fare paesaggio".
Ma cosa significa "fare paesaggio"? E poi esistono dei criteri su cui basare questo fare?
I nuovi paesaggi dell'energia
Un sistema come il territorio, per potersi evolvere, deve necessariamente trasformarsi. L'uomo da sempre trasforma il proprio territorio e con la sua trasformazione si rende artefice della costruzione di nuovi paesaggi.
La nozione di paesaggio non è quindi una nozione giuridica, ma è una nozione a stringente carattere soggettivo. Le leggi e gli operatori che le applicano si fanno interpreti di questa nozione a seconda del momento storico e socio-culturale nel quale vivono.
L'interpretazione del senso del bello e del paesaggio oggi preminente in Italia - basata per lo più su una nozione di paesaggio che deve molto al paesaggismo romantico ottocentesco di stampo inglese — considera gli impianti a fonti rinnovabili, in particolare i parchi eolici, come detrattori del paesaggio; come elementi dissonanti che "lo umiliano e lo deturpano".
E se questa nozione mutasse? O, ancora meglio, è possibile mutarla? "Gli impianti di energia rinnovabili, in particolare le centrali eoliche, sono in grado di costruire nuovi paesaggi con una forte dignità, rappresentativa dei valori della nostra epoca (…) L'energia rinnovabile è un esempio di come sia possibile dare nuovi contenuti alle trasformazioni del territorio. In particolare l'eolico, in tutte le sue componenti, etiche ed estetiche, si rivela un elemento, non solo in grado di integrarsi nel paesaggio, ma anche di valorizzarlo". È quanto sostiene Alessio Battistella, che si occupa da ricercatore dell’integrazione paesaggistica di grandi infrastrutture presso il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Pavia, e che nel suo libro dal titolo "Trasformare il paesaggio. Energia eolica e nuova estetica del territorio" ha mostrato che una via in questo senso è percorribile.
"Un sistema come il territorio, per potersi evolvere, deve necessariamente trasformarsi e adeguarsi ai nuovi contenuti che il trascorrere del tempo gli sottopone. Trasformare è inteso come opportunità di innescare processi portatori di valori condivisi da una comunità. Il punto è come realizzare tali trasformazioni, come agire sul territorio e quale grado di trasformazione può tollerare uno specifico paesaggio (…) I conflitti creati dall'installazione di tali centrali sono generati da una sostanziale incapacità di interpretare il paesaggio come un elemento dinamico nel quale identificarsi attraveso una consapevole costruzione di nuovi simboli. Si è di fronte ad una sorta di terrore dell'ignoto, del non conosciuto, la paura dell'errore che conduce all'immobilità".
Insomma, gli impianti a fonti rinnovabili cambiano sì il territorio, ma tutte le attività umane, da sempre, hanno causato trasformazioni: il punto è governarle, cioè darsi delle regole coerenti e rispettarle.
E le pagine del libro di Battistella sono in gran parte dedicate ai criteri a cui fare riferimento per fare in modo che il paesaggio, in quanto artificio prodotto dall'uomo, divenga un valore da tutelare, rinnovare e riprodurre.
Nel caso specifico dei parchi eolici, uno dei criteri fondamentali da perseguire è quello di valutare gli aspetti architettonici e paesaggisti fin dal concepimento del progetto. Attualmente, invece, la progettazione tiene conto solo dei principi di carattere esclusivamente tecnico, affidando l'inserimento paesaggistico a una valutazione di impatto ambientale eseguita a posteriori.

L'industria eolica italiana sembra aver preso coscienza di questa necessità e ha l'intenzione di farla maturare "elaborando questi concetti e investendo in capacità organizzativa, con lo scopo di prevenire cattive progettazioni o costruzioni. Noi — ha continuato l'ing. Pigni — vogliamo dare un contributo discutendo e introducendo nuovi elementi nella progettazione, per costruire insieme qualcosa di meglio. Con un approccio che si discosta da quello tipico del''industra che vede solo il proprio business. Ci avviamo verso un modo diverso di fare impresa".
E questa ci pare una buona notizia.
Pagine correlate
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Galleria fotografica del safari
dal sito di Mastreale Green Energy
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in Nextville (Energie Rinnovabili)
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Fotovoltaico. Tecnologie e dimensionamento impianti
Nextville (Energie rinnovabili)
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Trasformare il paesaggio. Energie eolica e nuova estetica del territorio
il libro di Alessio Battistella