Milano, 17 dicembre 2010 - 00:00

Raggiunto l'accordo per una rete europea delle energie rinnovabili

Nei giorni scorsi nove paesi dell'Ue insieme alla Norvegia hanno firmato un memorandum che permetterà la nascita e lo sviluppo di una rete elettrica sottomarina dedicata alle energie rinnovabili.

Si chiama memorandum of understanding (MOU) ed è stato firmato il 3 dicembre scorso da Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Norvegia, Irlanda e Gran Bretagna. Su Nextville ne avevamo già parlato nei mesi scorsi (vedi Riferimenti): si tratta di un progetto per la costruzione di una rete transeuropea composta da migliaia di chilometri di cavi sottomarini ad alto voltaggio in corrente continua, che garantiranno una maggiore efficienza sulle lunghe distanze con una perdita di elettricità nettamente inferiore rispetto ai cavi tradizionali. 

La rete permetterà di ovviare alla discontinuità di rifornimenti tipica delle energie rinnovabili, collegando gli impianti eolici offshore della Gran Bretagna e della Danimarca con le centrali fotovoltaiche tedesche, con l'idroelettrico norvegese e con gli impianti che sfruttano il moto ondoso in Belgio. Come potete vedere nella figura in alto, la rete sorgerà nel Mar del Nord, che sarà quindi il punto nevralgico dell'interconnessione. Un'interconnessione che in futuro potrà diventare una super rete europea capace di connettere tutti gli impianti verdi del continente e di riallacciarsi alle centrali solari termodinamiche previste con il progetto Desertec (vedi Riferimenti), realizzando così un ponte tra l'Europa e il Nord Africa.

Attraverso il memorandum, i dieci paesi si impegnano a lavorare insieme per identificare e superare tutti i problemi (normativi, legali, tecnici, di mercato e di progettazione) inerenti la costruzione della rete, che dovrà essere operativa entro il 2020. Il MOU parte dalle considerazioni dell'ISLES project (Irish-Scottish Links on Energy Study), già impegnato da tempo a valutare la possibilità di connettere allo stesso modo gli impianti di Scozia, Irlanda del Nord e l'Irlanda, per estenderle a un'altra buona fetta dell'Europa. Tra le altre cose, l'accordo prevede una valutazione tecnica proiettata al 2030 che dovrà essere consegnata entro il giugno del 2011.