Milano, 2 giugno 2011 - 00:00

Cassazione, sì al referendum sul nucleare

La Corte di Cassazione ha comunicato il 1° giugno 2011 l'ammissibilità del referendum sul nucleare previsto per il 12 e 13 giugno, nonostante le recenti abrogazioni della legge 99/2009, oggetto del quesito referendario.

La complessa vicenda legislativa si può così riassumere:

• la legge 75/2011 (di conversione del Decreto legge “omnibus” 34/2011) aveva abrogato la disciplina del nucleare contenuta nella legge 99/2009 e nel Dlgs 31/2010;

• l’abrogazione aveva determinato la probabile “inutilità” del referendum;

• i Giudici della Corte di Cassazione hanno dato un’altra lettura del problema: se è vero che le norme sul nucleare sono state abrogate, le modifiche hanno introdotto due norme “programmatiche” in materia di strategia energetica (articolo 5, commi 1 e 8, legge 75/2011);

Il testo dei commi 1 e 8 dell’articolo 5 è il seguente:

“1. Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare.

8. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali. Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali".

Dunque è su queste nuove norme programmatiche che, secondo la Corte, i cittadini devono esprimersi, abrogandole o non abrogandole.

La Corte ha perciò modificato il quesito referendario nel seguente: "Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell'articolo 5 del Dl 31 marzo 2011 n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 26 maggio 2011 n. 75?".

Ricordiamo che il pronunciamento in materia di strategia energetica avverrà contemporaneamente ad altri tre referendum, che riguardano i servizi pubblici locali di rilevanza economica, la tariffa idrica e il “legittimo impedimento” delle alte cariche dello Stato.

I referendum sono indetti per i giorni 12 e 13 giugno 2011 e saranno validi solo se andrà a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto. 

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