Milano, 1 dicembre 2011 - 00:00

Bressanone, il catasto solare per conoscere il potenziale fotovoltaico del proprio tetto

A partire da ieri i cittadini del comune di Bressanone, in provincia di Bolzano, sono in grado di sapere con un semplice click se il proprio tetto è adatto a installare un impianto fotovoltaico.

BressanoneSi chiama www.cittasolare.it ed è il risultato di un progetto di ricerca degli Istituti per le Energie Rinnovabili e per il Telerilevamento Applicato dell’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) in collaborazione con il comune di Bressanone. Il meccanismo è semplice: basta individuare il proprio appartamento nella mappa all'interno del sito, cliccarci sopra e conoscere il proprio potenziale fotovoltaico.

Il sito indicherà la superficie in metri quadrati della casa, l'insolazione media annuale raccolta dal tetto in kWh/m², quanto il tetto è adatto all'installazione di un impianto sulla base dei diversi livelli di irraggiamento (nella mappa i diversi livelli di irraggiamento saranno rappresentati da quattro diversi colori: rosso, arancio, giallo e nessun colore) e la produzione di energia elettrica annua in chilowattora con quattro differenti tecnologie fotovoltaiche (silicio cristallino ad alta efficienza, silicio cristallino standard, tellururo di cadmio o materiali basati su rame-indio, silicio amorfo doppia giunzione).

"Abbiamo confrontato le misurazioni aeree con le mappe catastali di Bressanone in modo da identificare gli edifici, le loro altezze e le fasce d’ombra che proiettano" spiega Marcello Petitta dell’Istituto per il Telerilevamento Applicato dell’EURAC. "Con altre immagini satellitari abbiamo valutato la radiazione solare: diretta o diffusa a seconda della torbidità dell’atmosfera".

"Si tratta di un metodo molto innovativo rispetto a quello utilizzato in altre mappe solari europee" aggiunge Petitta "in quanto non si limita a stimare la torbidità dell’atmosfera su base mensile, ma prende in considerazione analisi satellitari di singole giornate, arrivando a un risultato molto preciso".

Lo studio, finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale attraverso la Provincia Autonoma di Bolzano, è un progetto pilota potrebbe essere esteso ad altre aree geografiche.

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