Decreto SalvaItalia: nuove disposizioni per le rimozioni dei sedimenti dai bacini idroelettrici
Il Dl 6 dicembre 2011 n. 201, conosciuto anche come decreto "SalvaItalia", contiene delle importanti novità per concessionari e gestori dei grandi bacini idrici e idroelettrici.
L’articolo 43 (commi dal 7 al 15) del decreto legge introduce misure pensate per velocizzare la redazione – da parte dei gestori concessionari — dei piani di gestione e, se necessarie, le operazioni di rimozione dei sedimenti accumulati negli anni sul fondo degli invasi.
Segnaliamo in particolare due commi dell’articolo 43:
Comma 8, art. 43
“Ai fini del recupero delle capacità di invaso e del ripristino delle originarie condizioni di sicurezza il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con le regioni e le provincie autonome, individua, in ordine di priorità e sulla base anche dei progetti di gestione degli invasi ai sensi dell'articolo 114 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, le grandi dighe per le quali sia necessaria e urgente la rimozione dei sedimenti accumulatisi nei serbatoi”.
Comma 9, art. 43:
“I concessionari o i richiedenti la concessione di derivazione d'acqua da grandi dighe che non abbiano ancora redatto il progetto di gestione dell'invaso ai sensi dell'articolo 114, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono tenuti a provvedere entro il 30 giugno 2012 e ad attuare gli interventi individuati ai sensi del comma 8 del presente articolo, entro due anni dall'approvazione del progetto di gestione”.
I nuovi adempimenti, insieme a quelli contenuti negli altri commi nell’articolo 43 (per consultare la norma vedi Riferimenti), si vanno ad aggiungere alle numerose norme esistenti, sia nazionali che regionali, che regolano il settore.
Ricordiamo qui brevemente come il fenomeno dell’interrimento (l’accumulo dei sedimenti sul fondo dei bacini), che caratterizza un gran numero bacini idrici montani, comporta una progressiva perdita della loro capacità di invaso. E nel caso di serbatoi che alimentano impianti idroelettrici, tale perdita di capacità influenza negativamente la quantità di energia elettrica producibile.
Ma la sedimentazione ha anche un’altra serie di effetti negativi:
• perdita di efficienza degli scarichi di fondo e delle opere di presa;
• aumento delle sollecitazioni sulla diga;
• usura delle componenti meccaniche, a causa del passaggio di materiale abrasivo attraverso le opera di presa.
In ogni caso, va sottolineato che le complesse problematiche tecniche e ambientali legate all’interrimento e alla rimozione dei sedimenti variano molto da un serbatoio all’altro. Senza contare che finora è stato l’elevato costo di tali operazioni a limitare fortemente il numero di interventi effettuati sulle grandi dighe.