Eolico offshore, in Europa una crescita stabile grazie alla Gran Bretagna

Una crescita stabile per l'eolico offshore, è quanto emerge da "The European offshore wind industry key 2011 trends and statistics" pubblicato giovedì scorso da Ewea. 235 nuove turbine eoliche installate e connesse alla rete l'anno scorso all'interno di nove impianti eolici per un totale di 866 MW e una spesa che si aggira sui 2,4 miliardi di euro.

Cifre che sono leggermente più basse di quelle del 2010 (883 MW), ma che rientrano in un trend costante di crescita se messe a confronto con gli anni precedenti (584 MW nel 2010 e 327 MW nel 2008).

Se si considerano altri nove impianti offshore attualmente in costruzione, si possono aggiungere altri 2375 MW, che porterebbero a un incremento del 62% del totale installato. Attualmente, infatti, sono connesse alla rete 1371 turbine offshore (suddivise in 53 impianti all'interno di 10 paesi diversi) per un totale di 3813 MW. C'è ancora molto da lavorare, quindi, per arrivare al target Ewea per il 2020, ovvero 40 mila MW che produrrebbero il 4% dell'energia elettrica consumata in Europa.

La maggior parte dei nuovi impianti installati (87%) provengono da un singolo paese, la Gran Bretagna, che riconferma quindi il proprio ruolo di leader in questo settore negli ultimi anni, grazie agli investimenti promossi dal governo. L'azienda leader è invece Siemens, che nel 2011 ha provveduto all'80% degli impianti.

Infine, uno sguardo alle reti di interconnessione. Il BritNed interconnector, che collega la Gran Bretagna e i Paesi Bassi è stato completato nel tempo e nel budget previsto, ed è attivo dall'aprile scorso. Il collegamento est-ovest tra Gran Bretagna e Irlanda è in costruzione, quello tra la Norvegia e il continente ha subito qualche ritardo mentre quello tra la Danimarca e i Paesi Bassi è in attesa della decisione finale riguardo l'investimento.