Milano, 16 febbraio 2012 - 00:00

Biogas, la soluzione per gli scarti della grande distribuzione

In Germania, a Stoccarda, ha preso il via un impianto pilota che permetterà di ricavare biogas dagli scarti della grande distribuzione alimentare.

biogas_stoccardaI ricercatori del Fraunhofer Institute for Interfacial Engineering and Biotechnology hanno messo a punto un nuovo sistema che permetterà di ricavare biometano dagli scarti di frutta e verdura dei supermercati e da altre attività commerciali (ricordiamo che il biometano si ottiene attraverso un apposito processo di purificazione del biogas). Sottoponendo a fermentazione questi alimenti è possibile infatti produrre un gas che può essere compresso in cilindri ad alta pressione e usato come carburante.

Sappiamo che il metano, oltre a essere più economico della benzina, è anche più ecologico, in quanto consente di emettere meno anidride carbonica e particelle in atmosfera, ma rimane comunque un combustibile fossile, e perciò una riserva limitata. La soluzione ideata dagli scienziati tedeschi permetterebbe, da un lato di risolvere un problema ambientale come quello dello smaltimento dei rifiuti dei grandi centri commerciali e dall'altra di trasformare un rifiuto in una risorsa sostenibile per la mobilità.

L'impianto pilota è entrato in attività nelle scorse settimane a Stoccarda, nei pressi di un mercato all'ingrosso, e utilizza veri microorganismi per generare biometano dagli scarti alimentari, attraverso due processi di digestione piuttosto veloci. Questo a causa dello scarso contenuto di acqua e cellulosa dei rifiuti in questione. L'unico problema è rappresentato dalla composizione dei rifiuti, che varia ogni giorno, e dipende dalla presenza in essi di frutta o verdura molto acida, come ad esempio gli agrumi o i pomodori. La soluzione è raccogliere i rifiuti in diversi contenitori calcolando diversi parametri, tra cui il pH, e decidendo poi, sulla base di essi, in quali quantità mischiarli per alimentare i microorganismi, i quali necessitano di condizioni ambientali (pH compreso) sempre uguali.

Un altro vantaggio di questo sistema è che non viene sprecato nulla, neanche il liquido filtrato dal processo di fermentazione. Un progetto parallelo prevede, infatti, anche la coltivazione di alghe, che permettono di produrre carburante per alimentare motori diesel. L'acqua filtrata dall'impianto a biogas contiene azoto e fosforo a sufficienza per la coltivazione, mentre l'anidride carbonica, anch'essa necessaria alla crescita dei vegetali, viene prodotta dall'impianto stesso. Stesso discorso per i residui fangosi, che vengono utilizzati per produrre metano dai colleghi del Paul Scherrer Institute e dai cugini "svizzeri" del Paul Scherrer Institute.

L'ultimo anello della catena è rappresentato dal progetto ETAMAX, che coinvolge la EnBW Energie Baden-Württemberg e l'azienda automobilistica Daimler AG. La prima usa delle membrane per processare il biogas prodotto nell'impianto di Stoccarda mentre la seconda fornisce una serie di autoveicoli sperimentali alimentati attraverso il biometano ricavato. Il progetto, della durata di cinque anni, è finanziato dal ministero tedesco dell'educazione e della ricerca.

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