Milano, 20 marzo 2012 - 00:00

L'eolico cresce sotto la spinta cinese

Secondo un rapporto presentato dall'Earth Policy Institute ,cresce l'eolico mondiale nel 2011 soprattutto grazie alla spinta portentosa della Cina.

Nel 2011 la nuova potenza installata ha raggiunto quota 41 GW portando il totale mondiale a 238 GW, in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di 380 milioni di persone con uno stile di vita europeo. Questa marcia in avanti è guidata per il terzo anno consecutivo dalla Cina, che nel 2011 ha installato 18 GW di nuovi impianti raggiungendo la capacità totale di 63 GW.

Grazie al suo Wind Base program la Cina vedrà assicurata anche nei prossimi anni una crescita esponenziale, con due mega impianti di 10 e 38 GW in costruzione e un obiettivo di 140 GW totali da raggiungere entro il 2020. Questa crescita poderosa pone, però, il grande paese orientale di fronte a nuove sfide, come quella di implentare l'attuale rete elettrica, ancora non all'altezza della situazione e non in grado di portare elettricità nelle zone più remote (proprio dove spesso sono installate le turbine che rischiano così di rimanere ferme). Questo ha portato alla decisione di imporre un tetto di 15-20 GW l'anno di nuovi impianti installati, così da dare la priorità alla qualità dei progetti e all'accesso alla rete. 

Dietro la Cina seguono gli Stati Uniti con 6,8 GW di nuovi impianti nel 2011 per una capacità totale di 47 GW, in grado di soddisfare la domanda di 10 milioni di abitazioni. Secondo le previsioni altri 10 GW potrebbero essere installati nel 2012 mentre qualche preoccupazione offusca gli scenari del 2013: un'importante sussidio scadrà alla fine del 2012 e il settore industriale paventa uno stop improvviso delle nuove installazioni, con migliaia di posti di lavoro seriamente a rischio.

Così come in Cina, negli Usa la maggior parte degli impianti sono dislocati in zone remote e richiedono miglioramenti alle reti di trasmissione per portare l'elettricità verso i centri cittadini. Attualmente diversi progetti di reti di trasmissione ad alto voltaggio sono in corso, quattro di questi sono stati proposti da Clean Line Energy Partners e permetteranno di trasportare più di 17 GW di energia elettrica rinnovabile dal Midwest, dal Sud e dall'Ovest fino al resto del paese.

Se non consideriamo la divisione in singoli stati è certamente l'Unione Europea che guida la classifica mondiale, con 100 GW di impianti eolici installati e 9,6 GW di nuovi impianti nel 2011, in grado di soddisfare il 20% del fabbisogno elettrico dei paesi del "blocco". Per un approfondimento sull'Europa vi rimandiamo a un nostro precedente articolo relativo all'ultimo rapporto Ewea (vedi Riferimenti).

Cresce anche l'India, ormai al quinto posto nella classifica mondiale con 3 GW di nuovi impianti nel 2011 e una capacità totale di 16,1 GW, che il governo spera di raddoppiare entro cinque anni. Dei 28 stati indiani ben 18 incoraggiano le nuove installazioni con un sistema di incentivi simile a quello europeo che prevede un premio per l'elettricità generata da fonti rinnovabili. In crescita anche il mercato dell'America Latina con in testa il Brasile che nel 2011 ha raggiunto una capacità totale di 1,5 GW, per una crescita del 63% rispetto all'anno precedente.

La maggior parte degli impianti attualmente funzionanti sono onshore, ma anche il settore offshore sta facendo passi in avanti. Risultano installati al mondo più di 4 GW di impianti, per buona parte in Europa, e circa la metà in Gran Bretagna, che con il suo mega impianto di Greater Gabbard da 380 MW non ha pari sul globo. Al di fuori dell'Europa gli unici altri impianti operanti sono in Asia (Cina e Giappone).

Un argomento assai frequente contro le energie rinnovabili riguarda la competitività dei costi rispetto al nucleare e alle fonti fossili, ma nella maggior parte dei casi ormai, l'eolico è già competitivo. Secondo gli analisti di Bloomberg New Energy Finance i costi dell'eolico continuano a scendere e attualmente, secondo il Wind turbine price index, occorre meno di un milione di euro (per l'esattezza 910 mila euro) per installare un MW di questa fonte pulita. Questo porterà l'energia del vento a essere pienamente competitiva nel 2016, quando produrre un MWh con le turbine costerà lo stesso che generare un MWh con il carbone o il gas.

In molti casi le paure maggiori riguardano (vedi Usa, ma anche Italia, Gran Bretagna e Germania) il prolungamento degli incentivi statali. Questo ha portato a una stabilizzazione del mercato a partire dall'anno scorso che si è scontrata, però, in molti casi, con una sovrapproduzione soprattutto da parte della Cina. Una sovrapproduzione che ha a sua volta accelerato la caduta dei prezzi. E' previsto, quindi, che questa caduta andrà avanti fino al 2014, quando il mercato vedrà invece una nuova fase di espansione e sarà in grado di avvantaggiarsi finalmente dell'abbassamento dei prezzi.

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