Decreto elettriche, buone prospettive per il solare termodinamico

E in effetti, a leggere il decreto, si scopre che il solare termodinamico è riuscito non solo ad evitare i tagli toccati alle altre fonti, ma addirittura a vedere un ritocco al rialzo delle tariffe .

Ricordiamo che l’incentivazione del termodinamico è regolata da una specifica disciplina (Dm 11 aprile 2008), che fino ad oggi però non ha dato i frutti sperati in termini di realizzazione di impianti. Un vero peccato, visto che il nostro Paese è all’avanguardia nella progettazione e produzione di componenti per il solare termodinamico, che tra tutte le rinnovabili elettriche è forse l’unica a poggiare su una filiera industriale interamente italiana.

E proprio per dare impulso a questo promettente segmento, il decreto interviene (all’articolo 28) modificando in senso migliorativo il Dm 11 aprile 2008. Tra le novità più significative segnaliamo:

• l’aumento delle tariffe incentivanti per kWh prodotto;

• una nuova definizione delle necessità di accumulo termico in base alla taglia dell’impianto;

• la concessione della tariffa massima per impianti che utilizzano una fonte rinnovabile come unica fonte di integrazione;

• un obiettivo nazionale di potenza cumulata al 2020 pari a 2,5 milioni di m², pari a oltre 250 MW installati.

A fronte di queste modifiche, non sorprende la valutazione positiva del presidente di ANEST, Gianluigi Angelantoni, che ha dichiarato: “La prospettiva contenuta nel decreto consente ora di creare stabilità nel mercato garantendo una tariffa remunerativa che diminuirà nel tempo in relazione al consolidamento delle esperienze operative, una potenza installabile di MW coerente con le opportunità del mercato e un orizzonte temporale sufficientemente ampio, idoneo ad assecondare le esigenze di finanziamento e le logiche autorizzative e di costruzione degli impianti solari termodinamici”.

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