Milano, 11 marzo 2013 - 00:00

Verso dazi Ue antidumping: obbligatorio registrare le importazioni di fotovoltaico dalla Cina

La Commissione europea dispone di prove assai chiare sulle procedure di dumping effettuate dalla Cina sull'esportazione di moduli. Per questa ragione, tutte le importazioni dovranno ora essere sottoposte a registrazione.

Il nuovo Regolamento n. 182/2013 della Commissione Ue, entrato in vigore il 6 marzo 2013, rappresenta un passo importante nel procedimento antidumping relativo all’importazione in Europa di pannelli fotovoltaici in silicio cristallino e delle relative componenti chiave (celle e wafer) made in China.

Tutto era iniziato con la denuncia, presentata il 25 settembre 2012, dalla Eu ProSun per conto di produttori che rappresentano oltre il 25% della produzione totale dell'Unione europea di moduli fotovoltaici in silicio cristallino. Come si può leggere nel Regolamento n. 182/2013, “la Commissione dispone di elementi di prova sufficienti del fatto che le importazioni del prodotto in questione dalla Cina sono oggetto di dumping”.

E non solo: “le importazioni del prodotto in questione dal paese interessato sono oggetto di sovvenzioni”, che consistono tra l’altro “in prestiti preferenziali all'industria dei pannelli solari (…), programmi di sovvenzione (…), fornitura di beni da parte dell'Amministrazione pubblica per un corrispettivo inferiore all'importo che sarebbe adeguato (…), programmi di esenzione e riduzione delle imposte dirette (…) e programmi per imposte indirette e dazi sulle importazioni (…)”.

Secondo la Commissione Ue, l’aumento delle importazioni di moduli cinesi (sia in termini assoluti che di quote di mercato) rilevato negli anni compresi tra il 2009 e il 2011, ha arrecato all'industria dell'Unione “un grave pregiudizio difficilmente rimediabile”. Stando a quanto denunciato da Eu ProSun, “il margine di dumping medio sarebbe del 60%-70% circa e il margine di sottoquotazione (underselling) raggiungerebbe il 125% per il prodotto in questione”.

E’ sulla base di queste motivazioni che il nuovo regolamento UE stabilisce che “le importazioni del prodotto in questione devono essere sottoposte a registrazione al fine di garantire che, se dall'inchiesta dovesse risultare la necessità di istituire dazi antidumping e/o antisovvenzioni, tali dazi possano essere riscossi a titolo retroattivo, se sono soddisfatte le condizioni necessarie, conformemente alle disposizioni giuridiche applicabili alle importazioni registrate.”