Efficienza, le case a basso consumo riducono il rischio di insolvibilità del mutuo
È quanto risulta dallo studio "Home Energy Efficiency and Mortgage Risks", condotto dal Center for Community Capital dell'Università del Nord Carolina, in collaborazione con l'Institute for market transformation.
Grazie al programma Energy Star, negli Stati Uniti l'efficienza energetica è diventata una priorità per i consumatori, anche tra quelli che devono acquistare casa. Secondo uno studio effettuato a fine febbraio dall'Associazione nazionale dei costruttori domestici, il 90% degli intervistati avrebbe scelto una casa ad alta efficienza energetica in caso di acquisto.
Energy Star è un sistema di etichettatura volontario introdotto dall'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA — Environmental Protection Agency) nel 1992. In collaborazione con il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti, l'EPA ha istituito il programma Energy Star per identificare e promuovere prodotti ad alta efficienza, allo scopo di ridurre il consumo di energia e le emissioni di gas serra. I primi prodotti ad essere etichettati sono stati i computer e i monitor. Dal 1995 l'etichetta Energy Star si è diffusa sempre più: negli Stati Uniti la si trova sulle apparecchiature per l'ufficio, i sistemi di illuminazione, quelli per il riscaldamento e il raffrescamento, sui frigoriferi, congelatori, e anche sugli edifici, ecc. In Europa il programma Energy Star è stato introdotto con un accordo stipulato nel 2000 tra la Comunità Europea e gli Stati Uniti. L'accordo prevede il coordinamento di programmi di etichettatura relativa all'uso efficiente dell'energia limitatamente alle apparecchiature per ufficio. Per maggiori informazioni, vedi riferimenti.
Mettendo per la prima volta in relazione le prestazioni energetiche degli edifici e la capacità di rimborso del mutuo dei consumatori che le hanno comperate, lo studio dimostra che i rischi legati all'insolvibilità sono mediamente del 32% inferiori per i proprietari di case energeticamente efficienti.
"E ciò è abbastanza ovvio — ha affermato Cliff Majersik, il direttore dell'Institute for Market Transformation (IMT) — perchè le case a basso consumo energetico consentono ai proprietari di risparmiare denaro sulle bollette; un risparmio che permette di pagare il mutuo con più agio. Per lungo tempo abbiamo creduto che fosse così, ora uno studio ce lo dimostra".
Secondo Robert Sahadi, direttore della sezione politiche finanziarie e efficienza energetica dell'IMT, "lo studio ha fornito una risposta agli operatori del settore bancario, i quali dicevano: "show me" (dimostramelo)".
A questo punto sarebbe il caso — ha aggiunto — che una seria riforma del mercato immobiliare riconsiderasse i fattori di rischio di insolvenza dei mutui, comprendendo anche i costi energetici.
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