Energia oceanica, presentato il piano di sviluppo dell'Unione Europea
La Commissione Europea ha presentato un nuovo piano d’azione volto a facilitare lo sviluppo del settore dell'energia oceanica in Europa.
Il piano d’azione, secondo i commissari Maria Damanaki e Günther Oettinger, contribuirà a condurre il settore nascente della "energia blu" verso la piena industrializzazione. L’energia oceanica include tutte le tecnologie per la raccolta delle energie rinnovabili provenienti dai mari e dagli oceani, come ad esempio l'energia maremotrice, del moto ondoso, del gradiente termico oceanico e delle correnti sottomarine (vedi Riferimenti), ad eccezione dell’energia eolica offshore.
Uno degli elementi centrali di questo piano sarà la creazione di un Forum sull’energia oceanica, che riunisca i soggetti interessati al fine di rafforzare le capacità esistenti e promuovere la cooperazione. "L’energia oceanica possiede un potenziale considerevole per aumentare la sicurezza di approvvigionamento" ha dichiarato Günther Oettinger, Commissario europeo responsabile per l’Energia, e inoltre potrebbe contribuire a bilanciare la produzione di energia proveniente da altre fonti rinnovabili, quali l’energia eolica e l’energia solare.
In Italia, secondo quanto previsto dal Dm 6 luglio 2012, gli impianti da energia oceanica (comprese maree e moto ondoso), entrati in esercizio in data successiva al 1° gennaio 2013, hanno diritto a beneficiare del meccanismo della Tariffa onnicomprensiva o della Tariffa incentivante, a seconda che siano inferiori o superiori a 1 MW di potenza installata (vedi Riferimenti).
Nonostante il suo incontestabile potenziale, questo nuovo promettente settore deve superare una serie di sfide per riuscire a produrre benefici significativi in termini economico-ambientali e divenire competitivo rispetto alle altre rinnovabili:
— i costi tecnologici sono elevati e l’accesso ai finanziamenti risulta difficile;
— sussistono notevoli ostacoli infrastrutturali, tra cui i problemi di collegamento alla rete o l’accesso ad adeguate strutture portuali e a navi specializzate;
— esistono barriere amministrative, tra cui complesse procedure di autorizzazione e di licenza, che possono ritardare i progetti e aumentare i costi;
— esistono infine problemi ambientali, tra cui la necessità di intensificare la ricerca e di disporre di migliori informazioni sugli impatti ambientali.
Il forum previsto dalla Commissione servirà a favorire la condivisione delle conoscenze e delle competenze esistenti, a creare sinergie, a fornire soluzioni creative e a dare impulso al futuro sviluppo del settore. Sarà infine redatta una tabella di marcia strategica per il settore, che potrebbe successivamente costituire la base per un’iniziativa industriale europea.
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