Ue, presentati i nuovi obiettivi 2030 per energia e clima
Riduzione della CO2 del 40%, un obiettivo vincolante del 27% per le rinnovabili, politiche più ambiziose in materia di efficienza energetica: questi i punti cardine del nuovo pacchetto clima-energia presentato ieri dalla Commissione europea.
Con la Comunicazione COM(2014) 15 del 22 gennaio 2014, la Commissione europea ha presentato al Parlamento e al Consiglio europeo il pacchetto clima-energia per il 2030.
Gli elementi chiave
• Rinnovabili: la Commissione ha proposto che la produzione di energia da fonte rinnovabile raggiunga, a livello europeo, un obiettivo vincolante del 27% entro il 2030. Non saranno, però, imposti obiettivi nazionali: il raggiungimento dell'obiettivo Ue verrebbe garantito da un nuovo sistema di governance, basato su piani nazionali per l'energia. Insomma, "agli Stati membri è lasciata la flessibilità di trasformare il loro sistema energetico nel modo più consono alle preferenze e alle circostanze nazionali".
• Efficienza energetica: nel nuovo quadro 2030, la Commissione propone di considerare ulteriormente "il ruolo dell'efficienza energetica nell'ambito della revisione della Direttiva 2012/27/Ue, che dovrebbe concludersi entro la fine del 2014. A quel punto, la Commissione valuterà l’eventuale necessità di modificarla".
Ricordiamo che la Direttiva 2012/27/Ue chiede agli Stati membri di risparmiare energia fissando obiettivi nazionali indicativi di efficienza energetica, agendo principalmente su edifici privati e pubblici, appalti pubblici, utilities, diagnosi energetiche, contatori intelligenti, contabilizzatori di calore, promozione del mercato dei servizi energetici. Per maggiori informazioni, vedi riferimenti.
• Clima: la Commissione ha proposto un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 40%, rispetto al 1990, da raggiungere unicamente mediante interventi interni all'Unione. In altri termini, la riduzione di CO2 si dovrà ottenere senza ricorrere ai cosiddetti “meccanismi flessibili” del Protocollo di Kyoto (e cioè le riduzioni ottenute con progetti realizzati in Paesi terzi).
La Commissione ha proposto, inoltre, una riforma dell'Emission Trading System (ETS): occorrerà "stabilire una riserva per la stabilità del mercato all'inizio del prossimo periodo di scambio ETS, nel 2021. La riserva permetterà sia di affrontare l’eccedenza di quote di emissioni che si è costituita negli ultimi anni sia di migliorare la resilienza del sistema agli shock gravi, regolando automaticamente la fornitura di quote da mettere all’asta".
"Se l'azione per il clima rappresenta una chiave di volta per il futuro del nostro pianeta — ha dichiarato il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso -, una politica energetica veramente europea lo è per la nostra competitività. Il pacchetto presentato oggi ci dimostra che agire contemporaneamente su questi due fronti non è in contraddizione, ma al contrario contribuisce a vantaggi reciproci. È nell'interesse dell'UE creare un'economia che offra sempre maggiori opportunità di occupazione e dipenda sempre meno da energia importata, grazie a una maggiore efficienza e al ricorso crescente a energia pulita prodotta internamente. Un taglio del 40% nelle emissioni di gas a effetto serra rappresenta un obiettivo particolarmente ambizioso, ma è la pietra miliare più efficace in termini di costi nel nostro percorso verso un'economia a basse emissioni. Anche l'obiettivo di raggiungere almeno il 27% di energie rinnovabili è un segnale importante: rappresenta stabilità per gli investitori, stimola l'occupazione verde e rende più sicure le nostre forniture energetiche".
Le reazioni
Non la pensa allo stesso modo Greenpeace, secondo cui "la Commissione Europea ha rilasciato un deludente pacchetto di proposte su clima ed energia per il 2030. I governi europei ora devono correggere queste proposte, aumentare le ambizioni europee e rilanciare così quella leadership sul clima e le energie pulite che l’Europa ha già dimostrato ... Greenpeace chiede all’Ue un target vincolante per il taglio di almeno il 55 per cento delle emissioni interne al 2030, un target vincolante per aumentare la quota da rinnovabili al 45 per cento e un target vincolante del 40 per cento per quanto riguarda l’efficienza energetica".
Anche AssoRinnovabili ha espresso perplessità sul nuovo pacchetto clima-energia: "l'obiettivo del 27% al 2030 non è sufficiente per le rinnovabili" ed è un "grave errore la mancata declinazione di singoli obiettivi nazionali".
“La Comunicazione segna una battuta d’arresto nella definizione di obiettivi realmente sfidanti che erano alla base delle scelte di molti investitori – afferma il presidente Re Rebaudengo -, mettendo a repentaglio gli importanti risultati ottenuti in termini di occupazione (oltre 130.000 gli addetti nelle sole rinnovabili elettriche) e di incremento dell’indipendenza energetica”.
Le prossime tappe
La strada da percorrere è ancora lunga: la comunicazione della Commissione dovrà essere discussa prima dal Consiglio europeo e poi approvata dal Parlamento. È previsto che il Consiglio discuta il nuovo quadro nella sessione di primavera, che si terrà dal 20 al 21 marzo.
La speranza è che i prossimi passaggi istituzionali non debbano segnare brusche marce indietro.
Pagine correlate
-
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)
-
Direttiva Parlamento e Consiglio Ue 2012/27/Ue
Direttiva sull'efficienza energetica
-
Imperativo energetico di Hermann Scheer
Edizioni Ambiente