Idee per lo sviluppo sostenibile, efficienza energetica finanziata con multe per abusivismo edilizio
Si chiama "Idee per lo sviluppo sostenibile" ed è un progetto dell'ENEA per promuovere la raccolta, la diffusione e la discussione di idee e proposte utili al Paese in materia di sviluppo sostenibile.
Il progetto è aperto alle proposte di enti, società, associazioni di imprese o di consumatori, studiosi, professionisti o semplici cittadini. Esse devono riguardare i settori di competenza dell’ENEA, ovvero l’energia, l’ambiente e le nuove tecnologie, e possono consistere in progetti relativi alla governance, alle politiche o allo sviluppo di particolari tecnologie. Le proposte saranno valutate da un gruppo di tecnici presieduto dall’ex Presidente dell’Autorità per l’energia Alessandro Ortis e composto da esperti quali Marcello Clarich, Luigi De Paoli, Vincenzo Ferrara, Tullio Fanelli, Giulio Napolitano, Stefano Saglia, Gianni Silvestrini e Federico Testa.
Gli esperti, che operano a titolo completamente gratuito, hanno il compito di verificare le proposte pervenute e di individuare i progetti che presentano maggiore interesse per le ricadute sul piano economico-sociale, e per la loro rilevanza a livello internazionale, nazionale e regionale. Inoltre, gli esperti dovranno verificare la fattibilità tecnica, economica e giuridica dei progetti, avvalendosi anche delle competenze tecniche dell’ENEA per casi di particolare complessità tecnologica.

Il progetto "Idee per lo sviluppo sostenibile" è stato presentato ieri a Roma dal commissario dell'ENEA Giovanni Lelli. Le prime tre proposte, che sono già state inviate a Governo e Parlamento, riguardano eco-etichette per palesare il contenuto di gas serra dei beni di consumo, un "contributo ambientale" sui beni che generano molti rifiuti, in modo da ridurre la Tares ai cittadini e far pagare un po' di più ai produttori, e infine interventi edilizi per la sicurezza sismica e l’eco-efficienza negli edifici pubblici finanziati con le multe all’abusivismo edilizio.
Per quanto riguarda quest'ultima proposta "si ipotizza che al trasgressore vengano applicate tutte le imposte che a vario titolo insistono sugli immobili per un importo tale da renderle pari a 10 volte l’imposta che avrebbe dovuto essere pagata per un immobile in regola di analoghe caratteristiche, fino all'adempimento dell'obbligo di demolizione. La stessa logica potrebbe essere seguita per le opere costruite in parziale difformità dal permesso di costruire".
"I fondi ricavati dall'applicazione delle sanzioni così introdotte dovrebbero essere destinati per il 40% ad un Fondo per la riqualificazione antisismica degli edifici, per il 60% al Comune" scrive ENEA. "Metà della quota assegnata al Comune (30%) dovrà essere impiegata per realizzare le demolizioni delle opere abusive, l'altra metà dovrà essere impiegata per interventi di riqualificazione, con priorità agli edifici scolastici, ma anche urbana in senso ampio (verde pubblico, viabilità, etc..)".
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