Milano, 28 febbraio 2014 - 00:00

Green economy, un Green New Deal per l'Italia è possibile

E’ stato presentato ieri presso la sede dell’ENEA, a Roma, il Rapporto sulla Green Economy 2013: “Un Green New Deal per l’Italia”, curato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dall’ENEA, e giunto alla sua seconda edizione.

Si chiama "Un Green New Deal per l'Italia", è stato pubblicato da Edizioni Ambiente, ed è a cura di Edo Ronchi, Roberto Morabito, Toni Federico, Grazia Barberio con la prefazione di Simon Upton, direttore del Dipartimento Ambiente dell'OCSE, e di Tim Jackson, docente di Sviluppo sostenibile presso l'Università del Surrey.

Il rapporto si divide in due parti: la prima dedicata al contesto internazionale e la seconda alla realtà italiana. Si parte da un excursus storico-economico che, dalla crisi del ’29 arriva ai giorni nostri, e fornisce un’ampia illustrazione delle proposte per un Green New Deal formulate dall'UNEP e dall'OCSE, le prospettive per l’affermazione della green economy in Europa, nonché le difficoltà e le potenzialità dell’Italia, prendendo in esame le esigenze di investimenti pubblici e privati, gli effetti sull’occupazione e le riforme indispensabili.

La seconda parte, invece, analizza il nuovo ruolo che le città possono avere come volano per uno sviluppo sostenibile. In Italia il 68% della popolazione vive in un ambiente urbano, dove si produce in media il 75% dei rifiuti, e le abitazioni consumano dal 30 e al 60% in più di energia rispetto alla media dell'Unione Europea. Tale concentrazione abitativa accresce i problemi ambientali, come l’inarrestabile cementificazione, con insediamenti distribuiti in maniera frammentata e disordinata sul territorio, e che continua ad occupare aree libere, spesso agricole, al ritmo di 343 metri quadrati all'anno per ciascun italiano.

Un Green New Deal che parte dalle città può costituire un quadro di riferimento unitario per interventi coordinati ed integrati a livello sociale, ambientale ed economico. I settori principali per tale approccio, trattati nel Rapporto sono la riqualificazione energetica delle città, le misure di mitigazione climatica, la riduzione del consumo di materiali e il miglioramento della gestione dei rifiuti, la mobilità urbana, i rapporti tra l’ambiente urbano e quello agricolo, il patrimonio culturale, la gestione sostenibile della risorsa idrica, la riqualificazione delle aree degradate e l’impiego di tecniche e tecnologie tipiche dell'ICT.

"L'iniziativa Patto dei sindaci che coinvolge 2481 comuni italiani ha permesso un check up uniforme di consumi energetici e emissioni di CO2" si legge nel rapporto "e, grazie alle diagnosi energetico-ambientali necessarie per questo check up, si sono creati circa 20 mila esperti del settore. I comuni del patto hanno già avviato iniziative di risparmio energetico, le più comuni sono il rifacimento dell'illuminazione pubblica a LED e le certificazioni energetiche, poco sviluppato invece il ricorso alle fonti rinnovabili".

"Un intervento innovativo è stato quello dei condomini intelligenti in provincia di Genova per diminuire i consumi e aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili" si legge ancora. "Resta ancora aperto il grande capitolo dell'efficienza energetica, tutti gli interventi finora realizzati si devono alla detrazione prevista – ora al 65% — delle spese sostenute. Dall'analisi quantitativa degli interventi emerge che solo il 20% del patrimonio edilizio è stato ristrutturato nei 12 anni di attività degli incentivi di cui solo il 30% dedicato all'efficienza energetica".

 

>> Per maggiori informazioni

"Un Green New Deal per l'Italia" (Edizioni Ambiente)

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