Rapporto Hera, nel 2018 un quarto dell'energia mondiale sarà rinnovabile
Si chiama "Energie rinnovabili: il futuro è già qui" ed è il primo dossier di approfondimento del 2014 di Hera. Diversi i temi toccati: la crescita delle rinnovabili nel mondo, contatori intelligenti e reti smart.
I dati del rapporto Hera arrivano direttamente da un altro rapporto ovvero il "Renewable Energy Medium Term Market Report 2013" dell’International Energy Agency (Iea), secondo il quale al 2018 l’energia prodotta da fonti rinnovabili coprirà, a livello mondiale, un quarto della produzione di elettricità e un decimo del fabbisogno di calore (nel 2011 le rispettive percentuali erano del 20% e dell’8%).
"Tra il 2012 e il 2018 la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili crescerà a un ritmo maggiore rispetto ai 6 anni precedenti" si legge nel rapporto Hera "e, già nel 2016, le fonti rinnovabili diventeranno la seconda fonte dopo il carbone. Tra queste, la parte del leone la fa l’energia idroelettrica. Anche le altre fonti stanno crescendo rapidamente, tanto che al 2018 l’8% della domanda energetica globale verrà soddisfatta da rinnovabili diverse dall’idroelettrico, come solare, eolico, bioenergie, geotermia".
Un ruolo decisivo lo giocheranno i paesi emergenti dove gli investimenti e lo sviluppo delle rinnovabili stanno accelerando. Basti pensare che nei paesi in via di sviluppo al 2035 la domanda di energia è prevista in crescita del 60% mentre in quelli industrializzati è quasi ferma. Allo stato attuale la Cina rappresenta da sola il 40% circa della crescita globale.
In Europa la situazione è promettente: nell’Europa a 27 l’energia rinnovabile copre il 12,5% del fabbisogno totale (il 19,6% dell’energia elettrica, il 14,3% di riscaldamento e raffrescamento, il 4,7% dei trasporti). Va ancora meglio nell’Europa a 15 dove la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è passata in 12 anni dal 15 al 24% rispetto al totale. La crescita è stata trasversale a tutti i paesi, con il picco della Danimarca che è cresciuta dal 16 al 48% (solo Austria e Lussemburgo mostrano un trend in leggera riduzione). Questo in particolare grazie alla produzione da fonte eolica, a seguire le bioenergie e il solare.
L'Italia è al terzo posto in Europa per la produzione di energia rinnovabile dietro Germania e Svezia, ma ancora "l'80% del fabbisogno energetico italiano proviene da importazioni estere, a fronte di una media europea del 53%. Si tratta in particolare di gas, petrolio e altri combustibili fossili, oltre ad una piccola quota di energia elettrica. Un gap che comporta una bolletta energetica estera di circa 62 miliardi annui e una bolletta energetica interna, pagata da famiglie e imprese, superiore anche del 25% rispetto al resto dell’Europa".
Per questo motivo l'Italia conta nei prossimi sei anni di rispettare la Strategia energetica nazionale ed entro il 2020 punta a coprire circa il 20% dei consumi finali lordi con le fonti rinnovabili, superando gli obiettivi definiti dall’Unione Europea e riducendo al 67% la dipendenza energetica dall’estero.
Senza le smart grid, però, le energie rinnovabili rischiano di rimanere un motore che non trasmette energia alle ruote. Fotovoltaico ed eolico prevedono, infatti, una generazione molto distribuita sul territorio: tanti piccoli impianti (anche piccolissimi, come quelli domestici) che in modo discontinuo mettono in rete energia. Tale produzione ha quindi bisogno di una rete estremamente flessibile in grado di gestire attivamente e in sicurezza ogni sbalzo di portata, possibilmente arrivando a prevedere i momenti di picco, prima che questi si generino.
Secondo un rapporto di Bloomberg, solo nel 2013 sono stati investiti un totale di 14,9 miliardi di dollari, con Cina e Usa in testa alla classifica, nelle reti smart. Uno dei punti nodali di questo sistema è il contatore elettronico che permette uno scambio d’informazioni continuo sui consumi, attraverso la telelettura a distanza. E tracciando un profilo del consumo di ogni utente allacciato, rende possibile una programmazione più esatta della produzione. Solo Pechino, nel 2013, ne ha istallati 62 milioni, e il governo cinese ha annunciato che entro il 2017 ci sarà un misuratore intelligente in ogni casa. Un dato confortante: per quanto riguarda i contatori digitali elettronici, l’Italia è tra i paesi al mondo in cui sono più diffusi.
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