Certificati bianchi: stabilizzazione, minore incertezza e settore industriale
Queste le parole d'ordine del Rapporto annuale presentato al Ministero dello sviluppo economico e redatto, quest'anno, per la prima volta dal Gestore dei servizi energetici.
Dopo il passaggio di testimone tra Autorità e GSE, avvenuto nel febbraio del 2013, è compito ora del Gestore raccontarci i risultati e i trend di un meccanismo — quello dei Certificati Bianchi — su cui negli ultimi anni hanno pesato grosse criticità.
Incremento del numero di progetti e di soggetti accreditati
Nonostante il sistema dei Certificati Bianchi, sin dall'avvio del meccanismo, abbia mostrato di essere uno strumento flessibile ed economicamente efficiente, tra il 2011 e il 2012 aveva cominciato a mostrare evidenti segnali di affanno dovuti, perlopiù, all'incertezza del quadro normativo.
Non così nel 2013: l’evoluzione della norma — con i nuovi obiettivi 2013-2014, l'ampliamento dei soggetti beneficiari e l'introduzione dei grandi progetti (Dm 28 dicembre 2012) — ha favorito una sensibile spinta alla presentazione di nuovi progetti: il crescente interesse degli operatori si è concretizzato attraverso la presentazione di 21.709 progetti nel 2013 — contro i 7.000 del 2012 -, ottenendo 5.932.441 TEE e 2.350.608 tep di risparmio energetico addizionale.
Anche i soggetti accreditati al meccanismo sono cresciuti: 601 unità in più rispetto al 2012. "Le Società Servizi Energetici (anche definite ESCo) rappresentano ancora la maggioranza con circa 3.000 operatori accreditati, ma sensibile è stato l’ingresso nel meccanismo degli utenti finali — Società con obbligo di nomina dell’Energy Manager (SEM), Società non obbligate alla nomina dell’Energy Manager (EMV), Società dotate di un Sistema di Gestione dell’Energia (SSGE) — che sono passati da circa 50 a 209 unità".

Fonte: Rapporto Annuale sul meccanismo dei Certificati Bianchi
Maggiore interesse del settore industriale
L'ingresso nel meccanismo delle società non è stato l'unica dimostrazione dell'interesse e della partecipazione diretta sempre maggiore del settore industriale al meccanismo. È aumentato anche il numero delle Proposte di Progetto e Programma di Misura (PPPM), strumento prevalentemente impiegato per la valutazione di progetti nel settore industriale. Circa l’80% delle 1.530 PPPM presentate nel 2013 si riferiscono a interventi riconducibili alle categorie industriali.
Fonte: Rapporto Annuale sul meccanismo dei Certificati Bianchi
Scenari per il 2014
Il GSE ha ipotizzato due scenari per l'anno in corso, uno base e uno conservativo:
• scenario base: nel periodo gennaio-dicembre 2014 il GSE ha stimato un volume di TEE emessi pari a circa 5.028.000;
• scenario conservativo: i TEE emessi potrebbero ammontare a 4.503.000 nello scenario conservativo.

Fonte: Rapporto Annuale sul meccanismo dei Certificati Bianchi
Un futuro promettente?
Dalle analisi condotte, il Gestore "evince la capacità del meccanismo di generare una quantità di certificati bianchi sufficiente a garantire il raggiungimento degli obiettivi in capo ai distributori".
Rimane il nodo delle nuove Linee guida, che dovevano essere adottate dal 1° gennaio 2014, ma che sono ancora in attesa di pubblicazione.
Il GSE però assicura che "il futuro del meccanismo dei Certificati Bianchi vedrà il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali e gli stakeholder interessati nell’implementazione delle nuove regole in occasione della pubblicazione delle nuove linee guida e del recepimento della normativa europea (Direttiva 2012/27/Ue sull'efficienza energetica, attualmente in fase di recemimento, ndr), nella definizione della sinergia e armonizzazione di tutti gli strumenti di incentivazione dedicati all’efficienza energetica; nel rafforzamento della bancabilità e finanziabilità degli interventi basati su energy performances; nella definizione ed individuazione di dati tecnici di riferimento e certificazioni tecniche dedicate al fine di accertare l’addizionalità e l’innovazione delle tecnologie incentivate.
In tale contesto, si ravvisa altresì la possibilità di introdurre nuovi elementi correttivi al meccanismo, tali da garantire una relazione tra l’incentivo percepito, il costo e la tecnologia dell’intervento, al fine di non incorrere nel rischio di sovra-remunerazione dell’investimento sostenuto, nonché offrire una garanzia al Sistema Paese nel caso di dismissione anticipata degli impianti rispetto alla vita tecnica".
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