Solare termodinamico: in Italia possibili 600 MW entro il 2020
Grazie anche ai buoni livelli di incentivazione, il nostro Paese potrebbe vedere a breve un buon numero di realizzazioni di impianti solari termodinamici.
Secondo quanto riportato da EurObserv’ER (l'osservatorio europeo delle energie rinnovabili) nel suo rapporto sull'energia solare termodinamica datato maggio 2014, attualmente a livello globale risultano installati e in esercizio oltre 3.700 MW di impianti solari termodinamici, con 2.000 MW in fase di costruzione, 4.800 MW in fase di sviluppo e altri 3.300 MW solo progettati.
Se è vero che Stati Uniti (con 765,3 MW) e Spagna (con 2.303,9 MW) detengono attualmente il primato per numero di impianti e per potenza installata, qualcosa si sta muovendo anche nel resto del mondo: a fine 2013, infatti, sono ben 19 i Paesi in cui risultano essere installati o in fase di costruzione impianti solari termodinamici di taglia commerciale, senza contare poi tutti le nazioni che stanno lavorando su impianti dimostrativi e sperimentali.
Una delle principali tendenze del settore è il significativo incremento delle taglie degli impianti, con il fine di ridurre il costo dell’energia prodotta. Basti pensare che BrightSource Energy, proprietaria di Ivanpah SEGS (377 MW) completato nel settembre 2013 in California, e ad oggi il più grande sistema a concentrazione a torre esistente, sta già lavorando su due nuove progetti – sempre a concentrazione a torre – da 500 MW cadauno.
Altra positiva tendenza è quella che vede un accoppiamento sempre più diffuso tra impianti termodinamici e sistemi di accumulo efficienti. Ad esempio, l’American Crescent Dunes, di 110 MW, ha un sistema di accumulo a Sali fusi che consente fino a 10 ore di funzionamento delle turbine nel corso della notte la notte o anche per coprire picchi diurni di richiesta elettrica.
Il più alto potenziale di crescita è detenuto dall’Arabia Saudita, che prevede di installare 25 GW di potenza entro il 2032, sufficienti per generare 75-110 TWh. Situazione promettente anche in Sud Africa (4 impianti in costruzione per 300 MW complessivi) e in Cina (4 impianti in costruzione per 302 MW complessivi).
La Spagna, che possiede la quasi totalità (99,7%) della potenza installata in Europa, e che nel solo 2013 ha installato 7 impianti, ora sembra aver rallentato la corsa alle installazioni: per il 2014 infatti non risultano impianti in fase di realizzazione o di sviluppo.
A maggior ragione, dunque, gli occhi di osservatori e investitori sono sempre più puntati verso l’Italia. Non solo per le condizioni di irraggiamento, che risultano ottimali specie in determinate aree del Paese (Sud e Isole), ma anche per le buone condizioni tariffarie introdotte dal Dm 11 dicembre 2008 e successivamente modificate – in senso migliorativo – dall’art. 28 del Dm 6 luglio 2012 (vedi Riferimenti).
Recentemente Paolo Pasini, segretario generale di ANEST (Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica) ha parlato di 392 MW di potenza complessiva per i 14 diversi progetti in fase di sviluppo in Italia, quasi tutti localizzati in Sicilia e Sardegna e che dovrebbero diventare realtà tra il 2015 e il 2017. Sempre secondo le stime di ANEST, nel 2020 la capacità solare termodinamica in Italia potrebbe raggiungere i 600 MW, facendo così del nostro Paese un punto di riferimento del settore a livello mondiale.
Ricordiamo che al momento in Italia sono operativi due impianti solari termodinamici:
• "Archimede", il primo impianto termodinamico a impiegare l'innovativa tecnologia dei sali fusi, integrato con un impianto termoelettrico a ciclo combinato, per complessivi 5 MW. E’ stato inaugurato nel 2010 a Priolo Gargallo (SR);
• "Archimede–Chiyoda", il primo impianto dimostrativo al mondo funzionante esclusivamente con sali fusi a 550°, con potenza di 350 kW. E’ stato inaugurato nel 2013 a Massa Martana (PG).
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