Efficienza energetica: gli obiettivi Ue al 2030
La Commissione propone al Consiglio e al Parlamento europei una riduzione dei consumi del 30% al 2030. Molte le critiche delle associazioni ambientaliste che chiedono obiettivi più ambiziosi.
Dopo la proposta fatta dalla Commissione Ue nel gennaio 2014 di ridurre i gas climalteranti del 40% (obiettivo vincolante) e di portare al 27% la quota di energia da fonti rinnovabili (obiettivo non vincolante) entro il 2030, il nodo più spinoso che ha tenuto banco sul tavolo delle trattative dell'esecutivo Ue è stato il risparmio energetico.
Le tensioni tra Europa e Russia hanno messo ancora una volta al centro del dibattito la sicurezza energetica; e, si sa, una maggiore efficienza significa minore dipendenza dell'Europa dal gas russo.
In un primo momento si era vociferato, infatti, dell'intenzione di innalzare l'obiettivo di riduzione dei consumi al 40%, come chiesto a febbraio anche dal Parlamento. Ma nelle ultime settimane le ambizioni della Commissione si sono ridimensionate e si è optato per un più "realizzabile" 30%.
"L'obiettivo del 30% ha una buona possibilità di ottenere il sostegno del Consiglio europeo; un obiettivo più elevato sarebbe stato, con molta probabilità, rifiutato", ha dichiarato Günther Oettinger, commissario europeo responsabile per la politica energetica.
Sembra, però, che sulle decisioni della Commissione molto abbia pesato molto anche la difficoltà dell'Unione nel raggiungere gli obiettivi di risparmio al 2020: "sulla base di un'analisi delle azioni degli Stati membri — si legge nel documento — la Commissione ritiene che l'Unione europea conseguirà un risparmio di circa il 18-19% al 2020". Se si considera poi, che circa un terzo dei progressi verso l'obiettivo del 2020 è dovuto ai minori consumi imputabili alla crisi economica, a parere della Commissione è di fondalmentale importanza "non sottovalutare gli sforzi che saranno chiesti in relazione a qualsiasi nuovo obiettivo per il periodo successivo al 2020".
Le reazioni della società civile
Non la pensano così le organizzazioni della società civile. Arianna Vitali, responsabile delle politiche per il risparmio energetico all'Ufficio politico europeo del WWF, ha dichiarato che: "l'approccio della Commissione è una ricetta per il fallimento. L'esecutivo Ue non solo non riesce ancora una volta a suggerire un obiettivo vincolante per il 2030, ma identifica un target non più ambizioso di quello che si riuscirebbe a fare con un approccio business as usual".
Dello stesso avviso è anche Adrian Joyce, segretario generale di EuroACE (Alleanza europea delle imprese per l'efficienza energetica negli edifici), il quale ha dichiarato: "un target così basso per l'efficienza energetica non è coerente con ciò che chiedono il mercato, i cittadini e gli Stati membri; e con ciò che numerose ricerche hanno evidenziato. La Commissione uscente ha volutamente chiuso un occhio sui maggiori benefici che sarebbero potuti derivare dal fissare un obiettivo di efficienza energetica del 40%".
Le prossime tappe
La strada da percorrere è ancora lunga: la comunicazione della Commissione dovrà essere discussa prima dal Consiglio europeo e poi approvata dal Parlamento. È previsto che il Consiglio discuta il nuovo quadro nella sessione autunnale, che si terrà a ottobre.
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